Paura di Chat Gpt? Un italiano su tre non sa nemmeno cosa chiedere

Siamo i più analfabeti funzionali d’Europa, lo dice un rapporto Ocse. In Italia il livello di comprensione dei testi e di problem solving è bassissimo

Paura di Chat Gpt? Un italiano su tre non sa nemmeno cosa chiedere
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“Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa” diceva un Orson Welles d’annata nel film La Ricotta di Pasolini. Era il 1962 e il contesto sociale era ben diverso: c’era un Paese da ricostruire, partendo dai mattoni e dalle famiglie prima che dai libri. Quella frase però è attuale, pure troppo. Ma noi non abbiamo più scusanti.

Un terzo degli italiani non riesce a comprendere un testo complesso. Lo conferma il nuovo rapporto dell'Ocse sull'analfabetismo funzionale: l’italia è in fondo alla classifica europea, gli ultimi della classe. Bocciati in lettura, comprensione del testo, calcolo e risoluzione dei problemi. Come possiamo pensare di approcciare all’Intelligenza artificiale? Se andiamo avanti di questo passo, non la sapremo nemmeno utilizzare. O sarà come salire su una Ferrari senza nemmeno saper guidare un’utilitaria. Non riusciamo a capire un ragionamento complesso, non sappiamo difendere e argomentare le nostre idee, finiamo nella trappola delle fake news senza nemmeno accorgerci. In sintesi: siamo manipolabili e boccaloni.

Lo studio ha coinvolto 160mila persone tra i 16 e i 65 anni e denuncia che il livello di istruzione è peggiorato rispetto a dieci anni fa. Un terzo dei lavoratori non ha le competenze per svolgere il proprio lavoro, altri hanno titoli di studio ‘alti’ (in ingegneria, economia, lettere antiche) ma svolgono professioni semplici (commessi, impiegati, baby sitter). Cosa vuol dire? Che siamo un popolo di insoddisfatti: o perché ci sommerge la frustrazione, consapevoli che non abbiamo abbastanza formazione per onorare una professione. O il contrario, cioè che ci sentiamo sprecati dopo anni di studio.

La distanza con i paesi più preparati è impressionante. Finlandia, Giappone, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia guidano la classifica: nella comprensione del testo il 35% degli adulti italiani ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1, la fascia più bassa, contro una media Ocse del 27%.

La situazione peggiora nell'ambito matematico, dove più di due terzi degli intervistati sa eseguire solo calcoli elementari. Un dato che pone l'Italia al quartultimo posto nella classifica internazionale.

L'università italiana sforna ogni anno migliaia di nuovi laureati. Ma la laurea non basta più. I laureati di oggi mostrano livelli di preparazione inferiori rispetto ai loro predecessori (e agli studenti europei). Come è possibile? Non avevamo le università migliori? Vero.

Ma evidentemente non basta: dopo la laurea è necessario rafforzare master e investire su una formazione continua che oggi è del tutto insufficiente: solo il 20% dei lavoratori italiani partecipa a corsi di aggiornamento professionale, contro una media europea del 37%.

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