Milano. Dopo la conoscenza, la tecnica è tutto. Così, alla diciassettesima settimana di corteo, l'aver compreso e approfondito fino allo strenuo gli umori acefali e astrutturati di No Green pass e No Vax doveva consentire, come in un'equazione algebrica, di far funzionare al massimo il dispositivo di ordine pubblico e contenere eventuali disagi durante i presidi statici consentiti dalla prefettura per tutte le proteste non preavvisate.
Con il risultato che, anche grazie alla pioggia, i manifestanti - tenuti abilmente separati nelle loro iniziative di protesta, «spezzettate» da cordoni di uomini in tenuta antisommossa che non hanno mai abbassato gli scudi - ieri a Milano sono stati controllati e, alla fine, quasi annullati. Per una protesta, quella tra piazza Fontana e piazza Duomo, che non ha mai potuto decollare veramente persino quando in centro sono arrivati, alla spicciolata, gli altri No pass, ovvero una parte di coloro che ieri dalle 15 alle 18 si erano riuniti in 4mila all'Arco della Pace in una manifestazione preavvisata contro il vaccino che protegge dal Covid promossa da Robert Kennedy jr, terzogenito di Bob Kennedy e dalla sua associazione Children's health defense. Le forze dell'ordine e la Digos in Duomo non hanno permesso infatti punti di contatto tra i due gruppi di manifestanti: da un parte non più di 400 che, rifugiatisi sotto i portici di piazza Fontana (blindata da camionette e uomini del Reparto mobile) perché scoraggiati dalla pioggia, piano piano, tra una protesta e un'altra, sono scemati disperdendosi tra le vie dello shopping; dall'altra altri 400 provenienti dall'Arco della Pace al termine della protesta «pacifica» targata Kennedy e che son stati cinturati in piazza Duomo dal dispositivo di sicurezza. Un gruppetto che neanche l'improvviso arrivo di una trentina di anarchici del Corvetto e di via Gola e di una decina di studenti «no Green Pass» particolarmente alterati ha potuto rivitalizzare. Senza contare che la pioggia, a quel punto, ha cominciato a scendere davvero copiosa. Al termine il bilancio conta comunque una ventina di identificati portati in questura, due denunce e un paio di arresti.
Circa 400 erano anche le persone riunitesi ieri per la protesta No pass al Circo Massimo, nel centro di Roma. Al sit-in erano previste 1500 persone. «Siamo qui per dire che noi non abbiamo paura, proteggiamo i nostri sogni», ha spiegato dal palco uno studente. «Giù le mani dai bambini». Così due mamme al megafono. Sul palco è stata fatta salire Aurora, una bimba simbolo di tutti i bambini, ed è stato osservato un minuto di silenzio. In piazza, con uno striscione anche alcuni militanti di Forza Nuova. Sotto allo striscione una bandiera dell'Italia. «Liberate i nostri fratelli» è stato uno dei cori più «gettonati» dai militanti presenti. A Napoli corteo «unitario disoccupati 7 settembre e No Green pass in piazza del Plebiscito davanti alla prefettura. Circa 400 persone partite da piazza Garibaldi hanno percorso corso Umberto fino ad arrivare a via Medina e piazza Municipio. Sono state così vietate le strade del centro e le camionette delle forze dell'ordine hanno bloccato l'accesso a via Santa Lucia, la strada che costeggia il lungomare di Napoli e arriva alla sede della Regione Campania.
A Torino i No Green pass hanno scelto invece di manifestare in piazza Castello dove è confluita anche una delegazione di alcune decine di abitanti No Tav della val di Susa.
Al grido di «siamo in dittatura» circa 700 persone sono partite in corteo da piazza De Ferrari a Genova per attraversare il centro città e «sconfinare» in Valbisagno.
Infine flop della protesta a Gorizia dove al corteo nel tratto concessi di 800 metri, hanno partecipato non più di 200-250 persone.
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