"Profondo dolore". "Giornata di lutto". "Cordoglio". Piange l'Italia affezionata ai suoi carabinieri. E lo fa per "l'ennesima vittima", per un amico, un servitore dello Stato morto "mentre faceva il suo dovere". Vincenzo Carlo Di Gennaro, maresciallo di 46 anni, non aveva moglie né figli. Però lascia l'Arma orfana di un commilitone e riaccende l'orgoglio dell'Italia per chi mette a repentaglio la propria vita per la sicurezza dei cittadini.
Sono circa le 10 di mattina quando la gazzella un uomo che nei giorni precedenti era stato oggeto di una perquisizione. La piazza di Cagnano Varano, nel Foggiano, è gremita come ogni sabato mattina che si rispetti. I militari chiamano Giuseppe Papantuono. Lui, un pluripregiudicato per reati di droga, estrae la pistola calibro 9, si avvicina a piedi e apre il fuoco. Almeno un proiettile raggiunge Di Gennaro e lo uccide. Altri due colpiscono al fianco e al braccio il collega di 23 anni. La corsa in ospedale è disperata: ad affidarlo ai medici lo stesso commilitone ferito. Ma è troppo tardi: quando arriva al nesocomio, Vincenzo è già cadavere.
Sul luogo della sparatoria ci sono alcuni vigili urbani. Il presunto omicida tenta la fuga ma viene immediamtente immobilizzato. Le foto (guarda in esclusiva) lo mostrano a terra, schiacciato dagli agenti. Papantuono, già noto alle forze dell'ordine, è conosciuto anche in paese. Lo chiamano "Chiacchiared" perché "ha la chiacchiera facile". E a quanto pare anche il grilletto.
"Arrivederci nel cielo, Vincenzo. Il viaggio ti sia lieve", scrive l'Arma in un post ufficiale in cui condivide la fotografia del militare ucciso. Trasferito da poco dalla Calabria al Gargano, Di Gennaro era originario di San Severo. Sul luogo della sparatoria sono arrivati anche il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Marco Aquilio, e il procuratore capo di Foggia Ludovico Vaccaro. Le indagini cercheranno di chiarire cosa è successo precisamente.
"Sono contro la pena di morte, ma chi ammazza un carabiniere non merita di uscire più di galera", scandisce Salvini. Lo sdegno è unanime. Condiviso da molti. E sull'auto di servizio dove è morto Vincenzo i commilitoni hanno deposto una bandiera Tricolore dell'Italia. La Patria per cui ha dato la vita.
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