Il gip di Milano Guido Salvini ha respinto la richiesta dei domiciliari per Simba la Rue - all'anagrafe Mohamed Lamine Saida - il 20enne coinvolto in una presunta faida tra trapper. Il giovane, rimasto ferito durante un'aggressione con coltello lo scorso giugno, a Treviolo (Como), potrà essere trasferito presso l'ospedale San Gerardo di Monza, dove sarà sottoposto ad un delicato intervento chiurgico.
La richiesta dei domiciliari
Simba La Rue si trova in carcere per il sequestro di persona del rivale Baby Touche. Il legale del trapper, l'avvocato Niccolò Vecchioni, aveva chiesto che il suo assistito fosse collocato in regime dei domiciliari presso la comunità Kairos di Vimodrone, diretta da don Burgio. L'istanza è stata respinta dal gip che ha definito la richiesta "da un lato non urgente e da un lato prematura". Il giovane trapper, ricorda il giudice "è già stato collocato presso tale comunità" - per un'accusa di rapina quando era minorenne - e tale esperienza "non ha sortito evidentemente alcun effetto positivo. Anzi risulta dagli atti che essendo non solo Saida ma anche altri indagati collocati in tale comunità essi l'hanno liberamente utilizzata per concordare l'aggressione in danno Aouina e Calcaterra". La dichiarazione di disponibilità della comunità "non indica un programma terapeutico e in generale un specifico regime di recupero cui Saida possa essere sottoposto in modo proficuo sia in relazione al suo comportamento decisamente e anche culturalmente volto stabilmente all'illecito (anche tramite musica e video che inneggiano quasi esclusivamente alla violenza) sia in relazione anche al probabile consumo elevato di sostanze stupefacenti", sottolinea il gip di Milano Guido Salvini nel suo provvedimento.
"Incapace di autocontrollarsi"
Nel provvedimento il magistrato scrive anche che il trapper "è incapace di autocontrollarsi". Dopo le dimissioni dall'ospedale di Bergamo, dove era stato ricoverato successivamente all'aggressione, avrebbe dovuto sottoporsi a fisioterapia per prepararsi al nuovo intervento neurochirurgico. E invece "risulta che in quel periodo abbia fatto tutt'altro certamente aggravando anche le sue condizioni di salute. - precisa ancora il giudice - Manca quindi allo stato il requisito dell'affidabilità che può essere garantito solo da un percorso di riflessione che sembra appena agli inizi".
Dunque, solo dopo il nuovo intervento, nell'imminenza delle sue dimissioni, la sua posizione e "anche l'eventuale collocazione agli arresti domiciliari potrà essere rivalutata - conclude il gip - a fronte di un programma di recupero specifico in comunità e di una "seria e motivata accettazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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