Via la fascia tricolore, sostituita dal leone di San Marco. La battaglia per l'indipendenza deve passare anche attraverso i simboli, devono aver pensato i dodici sindaci veneti sfilati ieri pomeriggio a Cittadella, nel Padovano, per protestare contro quella che loro chiamano la "censura anti-venetista" del prefetto.
Tutta la vicenda prende origini dalla "bacchettata" con cui il prefetto euganeo, Patrizia Impresa, aveva biasimato la decisione di alcuni amministratori locali del Padovano di esporre le bandiere a mezz'asta in segno di lutto contro la decisione della Corte Costituzionale di bocciare l'ammissibilità del referendum promosso dalla Lega Nord per l'abolizione della riforma Fornero sulle pensioni. Alcuni sindaci, inoltre, si erano presentati all'inaugurazione del locale pronto soccorso con una fascia con i colori del Veneto al collo al posto del tradizionale tricolore. Un'altra decisione che non è piaciuta al prefetto.
Così per il primo pomeriggio di ieri è stata indetta a Cittadella una manifestazione a sostegno dei sindaci, a cui hanno preso parte più di seicento persone tra cui dodici sindaci - naturalmente, con la fascia rosso-oro ben in vista. In un florilegio di invocazioni indipendentiste e di critiche all'indirizzo di Roma, i partecipanti hanno attaccato non solo la politica capitolina, ma addirittura quegli stessi esponenti della Lega Nord colpevoli, a loro dire, di aver disertato l'appuntamento. Il grande assente, per i manifestanti, era il governatore del Veneto Luca Zaia.
Nonostante queste defezioni di peso, tuttavia, i venetisti promettono battaglia.
Il sindaco di Cittadella Giuseppe Pan (LN) insiste: "Il futuro della nostra regione deve essere l’indipendenza, vogliamo un Veneto libero per i nostri figli, con le bandiere di San Marco che sventolano - spiega al Mattino di Padova insieme al sindaco di San Giorgio in Bosco Renato Miatello - Dopo la lettera di richiamo del prefetto, ho deciso che andrò fino in fondo, a costo di vedermi tolta la fascia di sindaco."
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