Terremoto, i morti salgono a 281. ​E le scosse non danno tregua

Un'altra notte di paura in Centro Italia: nuovi crolli ad Amatrice. Sono oltre 380 i feriti, 238 estratti vivi dalle macerie

Terremoto, i morti salgono a 281. ​E le scosse non danno tregua

Non c'è tregua per i terremotati del Centro Italia: dalle 3,36 del 24 agosto la terra continua a tremare senza sosta. I sismografi hanno registrato finora almeno 928 scosse, 50 solo nella scorsa notte.

La più forte, di magnitudo 4.8,si è sentita poco prima delle 6,30 del mattino e ha provocato nuovi crolli ad Amatrice. "Altri calcinacci sono caduti dall'edificio dell'ospedale Grifoni nel cui piazzale è allestito il nostro punto di prima assistenza", racconta un volontario, "Abbiamo visto oscillare l'ospedale. A noi per ora non sono giunte segnalazioni di ferite per la scossa cui ne sono seguite altre di assestamento". Vigili del fuoco e protezione civile ha chiuso il ponte Tre Occhi che porta ad Amatrice, sulla statale 360. Il ponte, già danneggiato, rappresentava una strada fondamentale per l'arrivo dei soccorritori. Sul posto cio sono operatori e gestori della strada per verificare i danni e trovare nel caso una strada alternativa. Interrotta anche la strada provinciale 20.

E mentre per i 2100 sfollati ospitati nelle tendopoli continua lo strazio del riconoscimento delle vittime, il bilancio ufficiale sale a 387 feriti e 281 morti (221 ad Amatrice, 11 ad Accumuli e 49 ad Arquata del Tronto).

I ricercatori Cnr e Ingv hanno "evidenziato un abbassamento del suolo a forma di cucchiaio, con un valore massimo di circa 20 centimetri nell'area di Accumoli", come si legge sul sito dell'Istituto per il Rilevamento elettromagnetico dell'ambiente, "La faglia sorgente del terremoto di Amatrice si colloca a pochi chilometri di profondità nella zona compresa tra Amatrice e Norcia".

"Il primo segnale che vogliamo dare è che le scuole possano riaprire e l'attività scolastica possa ripartire il più presto possibile". Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio DeVincenti, dopo la riunione con il premier Matteo Renzi, il capo della Protezione civile e i governatori delle regioni colpite dal terremoto.

La decisione, ha spiegato De Vincenti, è in linea con la decisione di ricostruire i paesi "com'erano, ma più sicuri", in base alle richieste avanzate in tal senso dalle comunità colpite e dunque "in coordinamento con le amministrazione locali".

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