"Fate schifo", "Ti paghiamo un prof": è rissa fra Fedez e Codacons

Volano ancora accuse tra Fedez e il Codacons: il rapper si dice perseguitato ma l'associazione lo accusa di non aver capito l'ultima istanza

"Fate schifo", "Ti paghiamo un prof": è rissa fra Fedez e Codacons

Ennesimo atto nella disfida tra Fedez e il Codacons. Questa mattina il marito di Chiara Ferragni è tornato su Instagram con una serie di storie nelle quali ha attaccato duramente l'associazione dei consumatori, che gli avrebbe mandato l'ennesima istanza giudiziaria. Sarebbero circa trenta, a oggi, i procedimenti del Codacons contro Fedez. L'ultimo, stando a quanto riferito dal cantante, sarebbe relativo alla raccolta fondi effettuata dagli artisti per i lavoratori dello spettacolo, che ha raccolto oltre 5 milioni di euro. A stretto giro è arrivata la replica del Codacons, che ha ribattuto con forza alle accuse del cantante.

"Riescono a paragonare la nostra raccolta fondi, con cui abbiamo raccolto più di 5 milioni di euro per i lavoratori dello spettacolo, alla raccolta fondi di Malika", ha detto Fedez facendo cenno alla vicenda della 18enne cacciata di casa perché lesbica, che con i soldi del crowdfunding ha acquistato un'auto di lusso. Fedez reputa inaccettabile l'accostamento della raccolta per i lavoratori dello spettacolo da lui promossa con quella di Malika Chalhy e ha comunicato ai suoi follower che il Codacons ha chiesto "di procedere all’immediato sequestro" del fondo per gli operatori della musica.

"Fate schifo, sono stufo di essere perseguitato da voi. È incredibile che nessuno faccia niente per controllare voi. So quello che fate, come lo fate. Sono stufo di essere perseguitato anche quando si fa del bene. Hanno il coraggio di rompere i coglioni ad artisti che hanno raccolto milioni per aiutare i lavoratori dello spettacolo. Come è possibile succeda questo?", ha proseguito Fedez. Il rapper, poi, conclude: "Io ho 30 denunce, devo andare in tribunale 30 volte con questi stronzi che intasano i pubblici uffici".

Inevitabile la replica del Codacons mediante una nota: "Evidentemente Fedez non ha letto la nostra istanza, e se l’ha letta non l’ha capita, dimostrando leggerezza e superficialità. L’atto presentato dalla nostra associazione e a cui il rapper fa riferimento è finalizzato proprio a tutelare le raccolte fondi come quella avviata da Fedez, e a garantire trasparenza e correttezza ai donatori circa la destinazione e l’utilizzo dei soldi raccolti". L'associazione dei consumatori, quindi, prosegue: "Una richiesta, come si legge nell’atto, che chiama in causa anche i recenti fatti di cronaca, come il caso di Malika che ha tenuto banco sulla stampa per giorni e ha minato la fiducia dei cittadini verso le iniziative di beneficenza, senza minimamente paragonare la raccolta di Fedez a quella della ragazza".

In riferimento ai toni utilizzati da Fedez, il Codacons ha contrattaccato: "Gli insulti, l’arroganza, le menzogne contenute nel suo video e la violenza dimostrata nei nostri confronti varranno a Fedez una nuova querela per diffamazione, che il rapper si sarebbe potuto evitare se solo avesse letto (e compreso) l’atto che gli è stato notificato".

La nota del Codacons si conclude con un tono sarcastico: "In favore dell’influencer stanziamo volentieri una piccola somma per pagare un giovane docente di italiano che, da oggi, manderemo a casa di Fedez quando dovrà leggere atti da noi scritti, per essere certi che li legga e li comprenda a fondo".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica