Sorpresa, ora Messi può votare in Italia

Per chi vota Lionel Messi? La domanda non è impertinente. Infatti, come rivela Claudio Del Frate sul Corriere della Sera, la Pulce più importante del mondo ha ricevuto, dal sindaco (...)

(...) di Recanati, la tessera elettorale per votare alle elezioni amministrative e a quelle Europee, in calendario il 26 maggio. Il fuoriclasse argentino, che con le sue imprese si avvia a conquistare il suo sesto Pallone d'oro, staccando Ronaldo, ha il suo nome nel registro degli italiani all'estero (Aire). Il trisavolo di Messi, Angelo, la cui famiglia forse conosceva o incontrava su quell'ermo colle o in zona, quella di Giacomo Leopardi, partì alla fine dell'Ottocento dalla città dell'Infinito destinazione Buenos Aires, Argentina. Andò in nave e qui potrebbero esserci dei problemi a votare Matteo Salvini che, forse, la nave del nonno piena di migranti non l'avrebbe fatta attraccare. Ma anche il partito del cambiamento, i 5 Stelle difficilmente otterrebbero la croce sul simbolo. Messi, infatti, rappresenta quelli che non vogliono il cambiamento nel calcio, quelli che vogliono sempre vincere e lasciano agli altri le briciole. Se parliamo di poteri forti, beh, Leo Messi ne è un ottimo esponente.

Comunque, degli esponenti più importanti del governo, l'unico che twitta continuativamente sul calcio è Salvini. Da qui a capirne ce ne passa, ma almeno si interessa. Si scherza un po', perché la faccenda è seria. La storia dei trisavoli dei calciatori è annosa e controversa e, in passato, ci sono state anche delle brutte storie di antenati inventati per ottenere un posto da comunitario in più. Il fatto grottesco di questa vicenda è proprio questo, la cittadinanza non dovrebbe essere solo un fatto di parentela, ma anche di volontà, di permanenza, insomma un insieme di fattori, non dovrebbe essere premiata solo la geometrica bellezza della punizione tirata contro il Liverpool. Leo Messi non voterà e del bel borgo italiano da cui partì suo nonno, gli interessa ben poco. Non ha mai messo piede a Recanati, neanche per vedere l'effetto che fa. In Italia viene spesso, ma scende a Milano, la città della moda e dei ristoranti (alla moda) oppure spunta a Sacile (Pordenone) dove va a curarsi dal dottor Giuliano Poser. Più che il voto di Messi, sarebbe stato bello avere lui. Fino a venti, venticinque anni fa, sarebbe arrivato, prima del terzo millennio eravamo il paradiso del calcio, splendide cicale che non avevano compreso che dovevano rinnovarsi per rimanere ai vertici. Leggendario è quel mancato provino al Como di Enrico Preziosi che, però, ha sempre avuto delle belle intuizioni.

Massimo Moratti, poi, aveva accarezzato l'idea, ma non riuscì a realizzarla, non era più il tempo di Ronaldo (l'altro). Così da noi è arrivato Cristiano. Non vota, CR7, ma troverebbe molti che lo voterebbero, se si candidasse.

Roberto Perrone

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