Sparatoria a Palazzo Chigi, i pm: "Preiti ha agito per ammazzare"

Un video mostra l'attentatore col braccio teso mentre mira al brigadiere Giangrande. Domani l'interrogatorio al carcere di Rebibbia. Contestato il tentato omicidio plurimo

Sparatoria a Palazzo Chigi, i pm: "Preiti ha agito per ammazzare"

"Luigi Preiti ha agito da solo". Non sembrano esserci dubbi per i pm di Roma che hanno chiesto la convalida dell’arresto dell’attentatore che domanica mattina ha aperto il fuoco davanti a Palazzo Chigi ferendo due carabinieri. Dalle indagini portate avanti dagli inquirenti nelle ultime ore non sono, infatti, emersi elementi tali da far ritenere che l’uomo avesse complici o che abbia agito su commissione.

Nella richiesta di convalida del fermo, il procuratore aggiunto della procura di Roma Pierfilippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola ha spiegato che si è trattato di un’iniziativa isolata di Luigi Preiti. L'attentatore è accusato del tentato omicidio di tre carabinieri, porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione. Il tutto con le aggravanti della premeditazione e dell’aver agito contro pubblici ufficiali in servizio di ordine pubblico. La procura capitolina ha anche la convalida del sequestro di oggetti appartenenti a Preiti: la pistola Beretta 7.65, i proiettili, una mappa di Roma con indicato il percorso dall’hotel alla stazione Termini, dove Preiti ha alloggiato la notte tra sabato e domenica, e piazza Montecitorio, luogo della sanguinaria sparatoria. Sequestrata anche la punta di un trapano trovata nella borsa dell’uomo. Nel frattempo l'interrogatorio dell'attentatore è stato fissato per domani mattina al carcere di Rebibbia. "Preiti ha compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà", si legge nel capo d’imputazione che contesta il tentato omicidio plurimo per "avere con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso esploso sette colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata e ad altezza uomo". Al Preiti è contestata anche la detenzione di arma clandestina e proiettili e la ricettazione. Il tutto con le aggravanti della premeditazione e dell’aver agito contro pubblici ufficiali in servizio di ordine pubblico.

In un fotogramma catturato dalle immagini di sicurezza c'è tutta la lucida follia dell'attentatore.

Il braccio teso all’altezza del volto del carabiniere, la pistola puntata, lo sguardo dritto verso l’obiettivo, una distanza inferiore ad un metro. Luigi Preiti ha preso la mira e ha sparato senza esitare a Giuseppe Giangrande. Attorno a lui c’erano una ventina di persone e almeno tre militari.

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