Gli spostamenti tra le regioni? ​Perché non sono più scontati

Il ministro Boccia: "Mobilità garantita solo tra regioni con rischio medio-basso". Decisione finale entro il 3 giugno

Gli spostamenti tra le regioni? ​Perché non sono più scontati

Il governo aveva annunciato la possibilità di spostamenti tra regioni diverse a partire dal 3 giugno. Ma ora il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, frena.

L'articolo 3 del Dpcm del 16 maggio, prevede l'apertura dei confini regionali a partire dal 3 giugno 2020. A decorrere da questa data, si legge, "gli spostamenti interregionali possono essere limitati solo con provvedimenti adottati ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge n. 19 del 2020, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree". Permessi, quindi, gli spostamenti tra regioni diversi, tranne che in eventuali nuove zone rosse, determinate in base al rischio contagio.

A palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte aveva aggiunto, riferendosi alla data del 3 giugno: "In prossimità di questa scadenza valuteremo insieme, con il conforto dei nostri esperti. Se i dati continueranno ad essere incoraggianti potremmo tornare anche a muoverci in tutta Italia, da una Regione all'altra, senza limitazioni". Non solo. Perché sempre da inizio giugno "sarà possibile spostarsi tra gli Stati all'interno dell'Ue senza obbligo di quarantena per chi arriva in Italia. Questo favorirà, creerà e premesse per una ripresa anche del turismo".

Ma ora, l'apertura tra regioni non sembra essere così scontata. A far nascere i dubbi le parole del ministro Francesco Boccia, che a La vita in diretta ha detto: "Vediamo i dati epidemiologici. É sicuro che il 3 giugno si riaprirà la mobilità infraregionale. Sicuramente le regioni che avranno un rischio basso o medio potranno avere la possibilità di scambiarsi i cittadini all'interno dei propri confini. La mobilità interregionale per le regioni a basso e medio rischio sarà certamente autorizzata, se ci dovessero essere regioni con un rischio alto penso che non potrà essere opportuno, ma di questo parleremo con le stesse regioni e il governo deciderà prima del 3 giugno la strategia migliore".

E "se ​qualche regione dovesse avere qualche problema, dovrà chiudere e se non lo fa interviene lo Stato", perché "i problemi di una regione non dovranno incidere sulle altre regioni". Al momento, però, precisa Boccia, tutti i territori sono a rischio basso o medio e nessuna è ad alto rischio contagi.

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