"Chiuderemo il Cara di Mineo entro quest'anno. La mia intenzione è chiudere i centri più grossi, perché più sono grandi, più è facile delinquere". Il ministro dell'Interno Matteo Salvini mette nuovamente il dito nella piaga del centro di accoglienza più grande d'Europa che spesso è finito nelle cronache per storie di cronaca nera, appalti irregolari, inchieste giudiziarie, degrado e sicurezza.
Nel 2015, un 18enne ivoriano ospite della struttura uccise i coniugi Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez. Un fatto che determinò un vero e proprio allarme e spinse l'allora procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera a parlare di emergenza di Stato. Tra gli altri casi, solo per citarne alcuni, va rammentato quando quattro nigeriani ospiti del centro violentarono una connazionale e quando nel gennaio scorso una nigeriana venne sgozzata dal compagno. Lunga poi la lista delle inchieste aperte: da quella su una presunta truffa da un milione di euro per presunte liste "gonfiate" nei rimborsi spesa ottenuti aumentando artatamente il numero delle presenze di migranti nella struttura a quella sulla cosiddetta "parentopoli" nelle assunzioni nelle cooperative fino al processo a 15 persone imputate di turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta sulla concessione dell'appalto dei servizi, dal 2011 al 2014. Dal procedimento è uscito Luca Odevaine, condannato a sei mesi di reclusione col patteggiamento e coinvolto nel processo "mafia Capitale". Nell'indagine sugli appalti fu implicato anche il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione.
Nel giugno del 2017, la commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza scrisse una relazione durissima approvata all'unanimità da Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle.
Una relazione che
metteva nero su bianco sprechi, assunzioni clientelari, malagestione e precarie condizione igienico-sanitarie e di sicurezza del Cara di Mineo e che ne chiedeva l'immediata chiusura. Che sia arrivato il tempo di farlo davvero?
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