Stacca un dito al rivale e lo mangia: rissa choc tra stranieri a Rimini

Violenta rissa notturna tra africani e albanesi sulla spiaggia di Rimini. Un nigeriano si è avventato sul rivale staccandogli un pezzo di dito a morsi. Poi l'atto di cannibalismo

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Una violenta rissa a colpi di ombrelloni, nel cuore della notte. Pugni, spintoni, colpi violentissimi. Poi un brutale morso. Uno dei nigeriani coinvolti nella zuffa ha staccato una falange della mano destra al suo avversario, per poi ingoiarla. La scena horror di fronte alla quale si sono trovate le forze dell'ordine è stata solo l'epilogo di un aspro corpo a corpo avvenuto tra quattro giovani - due albanesi e due africani - sulla spiaggia di Rimini, all'altezza del bagno 70.

Nella notte tra lunedì e martedì scorsi, l'arenile solitamente frequentato da giovani e famiglie si è traformato in un ring. La rissa è scattata attorno alle ore 3 di notte, improvvisa e violentissima. Allertate dalle urla, le guardie giurate in servizio notturno presso gli stabilimenti balneari della località romagnola sono intervenute per fermare l'aggressione, sopraggiungendo a bordo dei quad in dotazione. In quel momento il quartetto stava ancora azzuffandosi tra i lettini e gli ombrelloni. Poi, sul posto, sono intervenute le forze dell'ordine.

Nel frattempo, uno dei protagonisti della bagarre era riuscito a scappare, altri tre invece sono stati arrestati. Tra di essi anche l'albanese con la falange mozzata e il nigeriano 25enne che gliel'avrebbe tranciata con un morso, prima di mangiarla. Il reccapricciante dettaglio in questione sarebbe peraltro emerso solo in un secondo momento, dopo che le forze dell'ordine avevano sedato gli animi e separato i litiganti. L'accusa per i tre è di rissa aggravata. Al nigeriano artefice dell'atto di cannibalismo il pubblico ministero contesta anche lesioni personali gravissime.

Tutti i protagonisti, compreso il ferito (per il quale si era resa necessaria l'assistenza medica), compariranno davanti al giudice per l'udienza di convalida. L'africano sarà assistito d’ufficio dall’avvocato Roberto Barra. I due albanesi hanno invece nominato come legali di fiducia gli avvocati Paola Zavatta e Umberto De Gregorio.

La violenza, secondo quanto raccontato

in questura dai protagonisti, sarebbe stata provocata da una rivalità amorosa. Ma gli investigatori non sarebbero troppo convinti da questa versione, che peraltro al momento non avrebbe trovato riscontri.

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