Si possono convocare gli «Stati generali» ogni giorno, scrivere e riscrivere favolosi piani di rilancio, ma la realtà è un'altra cosa e ci dice tutt'altro. Nelle ultime ore abbiamo rimesso in libertà uno dei criminali più pericolosi d'Italia, Massimo Carminati, perché la giustizia non è arrivata in tempo, dopo sei anni, a emettere uno straccio di sentenza definitiva. Tanto lenti sono i giudici e tanto pasticciata è stata l'inchiesta cosiddetta «Mafia capitale». E sempre da sei anni il governatore della Toscana, Enrico Rossi del Pd, non riesce a rinnovare il parco autobus della Regione Toscana perché sia la magistratura civile, sia quella penale gli bloccano il bando, aggrappandosi a chissà quali cavilli (ieri ha ricevuto pure un surreale avviso di garanzia).
E ancora: il ministro della Giustizia ci ha messo ben tre mesi a ritirare la circolare scarcera-boss (nel frattempo sono tornati tranquillamente a casa 350 mafiosi), mentre si misura addirittura in anni il tempo che lo Stato ci mette a pagare gli imprenditori ieri il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha rilanciato l'allarme che hanno lavorato con gli enti pubblici.
Può funzionare un Paese così messo, nel quale il tempo è una variabile indefinita sia per le questioni giudiziarie sia per quelle economiche? No, e si vede. Si può fare funzionare un Paese così messo? Forse, ma non se in cabina di regia ci sono un comico in pensione (Beppe Grillo), un ex venditore di bibite allo stadio (Luigi Di Maio), e un premier narcisista sbucato dal nulla (Giuseppe Conte). Il quale, ieri l'altro, ci ha informato che lui un'idea per ripartire alla grande ce l'ha, ma la svelerà al popolo non prima di settembre.
Settembre? Ammesso e non concesso che sia vero, che l'idea sia buona - e memori del «Decreto aprile» che è stato varato zoppicante solo a giugno - non penso davvero che imprese e famiglie possano resistere in queste condizioni di totale abbandono per altri tre mesi, e mi auguro che il presidente Mattarella non si renda complice di una simile agonia.
Chiusa la passerella farsa degli Stati generali, il governo ci dica subito che cosa ha
intenzione di fare e con quali soldi. Incompetenza e lentezza fanno la fortuna come insegna il caso Carminati di chi si muove nell'anti-Stato. Non la nostra che, se ci sarà dato modo, nello Stato vorremmo continuare a starci.
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