La piccola Giulia è nata un paio di notti fa, due mesi prima del previsto, a Macerata. Sta bene, ma non ha una casa dove andare quando sarà tempo di uscire dall'ospedale. Avrà una roulotte, quella i suoi genitori ce l'hanno, parcheggiata in un campo di accoglienza a Visso, dove un anno fa il terremoto ha picchiato duro. Ma una roulotte non è un luogo dove crescere un neonato.
Così mamma Romina e papà Giulio cercano un alloggio per il loro ritorno a Visso. A pagamento, specificano nell'appello che hanno postato sul sito «Terremoto centro Italia», un progetto nato per informare sugli eventi sismici del 2016 diventato una sorta di bacheca virtuale dove chiedere e offrire aiuti e dove gli sfollati possono trovare indicazioni per orientarsi tra ordinanze e bandi per la ricostruzione. Perché al di là di fondi che non arrivano dove dovrebbero o vengono gestiti in maniera poco chiara, c'è gente che si organizza e fa da sé, confidando nella solidarietà del prossimo o mettendosi a disposizione di chi ha bisogno, se si ha la disponibilità e il tempo per farlo. Ci sono scampoli di umanità tra quelle righe. C'è Giacomo che chiede un camper per i suoi vecchi genitori perché la soluzione abitativa d'emergenza che spetterebbe loro è troppo piccola per ospitare la badante di cui non possono fare a meno. Per ora vivono con lui ad Ascoli Piceno, ma gli servirebbe un punto d'appoggio ad Arquata del Tronto per consentire ai due anziani di godere ancora dell`aria di casa. Per non recidere del tutto il cordone ombelicale che li lega alla terra che hanno amato e coltivato. Qualcuno è in cerca di una stufa a pallet per un amico allevatore che sta in un container in un paesino del comune di Cascia, dove però il riscaldamento non parte a meno 5 gradi e lì quelle temperature nei mesi invernali sono la norma. A Vanessa invece servirebbe materiale da cucina per attrezzare un locale a Sant'Angelo, rimasto l'unico punto di riferimento della piccola frazione vicino ad Amatrice. Molti faticano per non far morire le loro attività. Valentina, per esempio, è una giovane imprenditrice di Norcia che cerca di salvare il suo allevamento di maiali. Era un`azienda che puntava su una produzione di altissima qualità, la sua. Adesso ha perso tutto: casa, stalla, fienile, magazzini. E vorrebbe una mano per ripartire. Lo stesso la coppia di Montefortino, in provincia di Fermo, a caccia di uno smontagomme ed un`equilibratrice per riaprire la stazione di servizio che gli dava da vivere prima del sisma.
La voglia di lavorare non manca, ma quella da sola non basta per impedire che il terremoto spopoli le zone colpite. E allora ci si guarda intorno, non ci si vergogna a tendere la mano a cercare quell`aiuto che non sempre arriva nei tempi e nei modi giusti da dove ci si aspetterebbe. Per rimettersi in carreggiata, a volte anche solo per sopravvivere. Come Saturnino, 57 anni e tre figli, senza casa e senza lavoro. Da quando il terremoto ha azzerato la sua esistenza abita in un camping a Porto Sant'Elpidio. Ma avrebbe bisogno di una macchina e un'occupazione. «Vi supplico aiutateci, con tre piccoli e senza lavoro, auto, soldi non si vive», scrive sulla bacheca web nella speranza che qualcuno accolga il suo appello. Sono tanti quelli che chiedono aiuto, ma altrettanti coloro che vogliono aiutare, offrendo abbigliamento, libri, porte di legno, container, case. C`è chi offre filati, prodotti di merceria e ricambi per macchine da cucire e chi addirittura un negozio in Emilia a commercianti che vogliano andare a vendere i prodotti del proprio territorio. Molti mettono a disposizione se stessi.
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