"Se dovesse andare bene le prime dosi ci saranno consegnate già alla fine dell'anno". Così, il ministro della Salute, Roberto Speranza, annunciava in moto ottimistico l'arrivo del vaccino contro il nuovo coronavirus, messo a punto dall'Università di Oxford, per essere prodotto dal gruppo farmaceuto Astrazeneca. Ma, nella notte, è arrivata la doccia fredda, con il primo stop delle sperimentazioni a livello mondiale, deciso per analizzare un possibile effetto collaterale grave, riscontrato in alcuni pazienti volontari del Regno Unito. I test erano arrivati alla fase 3 e lo stop, ha spiegato Astrazeneca, è stato stabilito dal "processo di revisione standard per consentire la revisione dei dati sulla sicurezza".
Così, dopo l'annuncio dell'arrivo del vaccino, arriva la battuta d'arresto e il ministro Roberto Speranza finisce nel mirino. L'immunologa Antonella Viola ha commentato su Facebook: "Avevo scetticamente scosso la testa quando il ministro Speranza aveva annunciato le prime dosi per novembre e purtroppo avevo ragione. I tempi si allungano". Una tirata d'orecchie per il ministro della Salute arriva anche da Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni: "Chi ha sparato date a casaccio tipo 'avremo il vaccino entro...' non ha considerato che dei problemi possono sempre capitare, perché è così che funziona la ricerca scientifica". "Gli annunci sensazionalistici di una soluzione dietro l'angolo non hanno alcun solido fondamento", anche a detta dell'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano). "Ecco fatto", ha commentato invece la virologa Ilaria Capua, scrivendo su Twitter, riferendosi alla sospensione del vaccino.
Sui social spuntano anche diversi commenti degli utenti, che criticano il ministro, per aver annunciato l'arrivo dell'antidoto, senza tener conto delle fasi di sperimentazione e dei possibili problemi. Un utente ricorda che l'antidoto che ha subito la battuta d'arresto è "il vaccino strombazzato da Speranza che ha firmato un contratto per 400 milioni di dosi a partire da fine anno". A commentare la notizia c'è anche chi evidenzia con sarcasmo che "non vale, Speranza l'ha già venduto", mentre qualcuno fa notare come fossero "avventate" le previsioni del ministro della Salute.
Il mondo scientifico è intervenuto anche per spiegare le implicazione di questa battuta d'arresto. "La notizia della interruzione della sperimentazione del vaccino sviluppato a Oxford conferma che bisogna in questa materia essere molto prudenti- ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia- perchè si tratta della salute pubblica di miliardi di persone, perchè parliamo appunto di una pandemia. Ci dice anche che non bisogna avere fretta e che la fase della sicurezza è delicatissima". Approvata, quindi, la sospensione della sperimentazione. Parere positivo allo stop anche da parte dell'infettivologo dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, secondo cui la pausa "è il segnale che le aziende stanno lavorando con serietà, trasparenza e controllando i dati. Questo è l'argomento più forte che noi possiamo avere nei confronti dei detrattori dei vaccini e dei no-vax che hanno attaccato dicendo che sarebbe stato messo in commercio senza fare i controlli. Ecco, questa è la risposta migliore che si poteva dare loro". Bassetti spiega che "c'è stato un problema e l'azienda non ha avuto nessuna vergogna a dire stoppiano e verifichiamo cosa è accaduto".
La "battuta di arresto del vaccino AstraZeneca di Oxford è fisiologica e normale" anche per Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, che ha specificato a 24Mattino su Radio24: "Non è uno stop, ma una fase di valutazione, non è mai stato sviluppato un vaccino in un anno". Per arrivare al vaccino, infatti, bisogna affrontare un processo lungo e complesso, "che coinvolge circa 100mila persone, lo sviluppo di un vaccino dura circa 5 anni: ci vuole tempo".
"L'importante non è arrivare primi, ma arrivare bene nella produzione dei vaccini", anche a detta dell'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano). "Lo stop potrebbe essere dovuto ad una possibile risposta infiammatoria in uno dei soggetti sottoposti al test- ha spiegato Mantovani- Speranza e cautela sono i due vettori che devono guidare la ricerca del nuovo vaccino".
Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, spiega che la sospensione "non è una bocciatura", perché "se c'è un caso sospetto ci si ferma per capire se è dovuto al prodotto o a situazioni che riguardano i pazienti".
Si tratta di una fase delicata e, per questo, "ora bisogna evitare il più possibile di entrare nei piccoli dettagli e aspettare di vedere quando lo studio sulla sperimentazione sarà completo". Non si può dire quanto tempo ci vorrà e se questa pausa potrebbe pregiudicare l'intera sperimentazione ma, conclude Garattini, "dobbiamo essere fiduciosi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.