La storia che commuove il mondo: per Jacob è già arrivato il Natale

Biglietti d'auguri e regali in anticipo per ilpiccolo di 9n anni, che ha una malattia terminale

La storia che commuove il mondo: per Jacob è già arrivato il Natale

Sabato prossimo sarà Natale. Per Jacob lo sarà. E allora anche per noi. Cartoline di auguri, luminarie, renne in miniatura, palle colorate e pinguini. È così che mamma e papà stanno tappezzando la sua stanza al Barbara Bush Children's Hospital di Londra, dove Jacob Thompson è ricoverato dallo scorso 11 ottobre. Dicono che la vera forza non si misura da chi hai sconfitto, ma da chi hai protetto. Sabato prossimo sarà Natale perché mamma e papà sanno che Jacob ha fretta. Ha nove anni, ma non ha tempo. «Neuroblastoma ad alto rischio al quarto stadio», glielo hanno diagnosticato nel 2013 e, qualche giorno fa, i medici hanno detto ai suoi genitori che molto probabilmente non arriverà al prossimo anno, molto probabilmente non arriverà al prossimo 25 dicembre.

E allora Natale sarà sabato prossimo. Sweet November.

Nemmeno Jacob dovrà aspettare, come la protagonista del film. Per lei Natale arrivava il giorno del Ringraziamento con un gigantesco pacco regalo avvolto nella carta rossa e Keanu Reeves che entrava dalla finestra col cappello di Santa Claus in testa. Solo che Jacob non è in un film. Non è un film.

Jacob ha voluto che Natale arrivasse prima del tempo, che arrivasse per il «suo» tempo dove le ore si coagulano svelte, e ha chiesto a tutti di inviargli cartoline. Si è fatto fotografare vicino ai biglietti dei suoi amici e ai pinguini di peluche. Ha la faccia di un adulto, ha le mani di un adulto: le dita lunghe, magre e nodose, come se avesse maneggiato più vita di quella che gli è toccata in sorte. E dietro agli occhi c'è qualcuno, qualcun altro che lo abita. Ha lo spavento che gli scava la faccia ma sorride. E vuole festeggiare il Natale. Perché lui adora il Natale e adora i pinguini. E allora chissenefrega se non è la data giusta? Il dolore non dà appuntamenti, la felicità tanto meno. E lui lo sa, lo vede, lo sente che il tempo gli preme sui nervi e sulle tempie e lo insegue e vuol rubargli tutto. Ma Jacob chiede lo stesso biglietti di auguri e aspetta regali e spolvera via la ruggine che i giorni gli mettono addosso senza sosta mentre sta fermo nel letto. Perché i suoi sogni ci credono ancora. E quello basta.

Bravo Jacob. Osa, che a rinunciare ce la fanno tutti. Chiedi e prendi, Jacob. In barba al futuro friabile, ai tubicini di plastica per respirare, al sapore amaro in bocca e al Natale che devi festeggiare in fretta. Non è finita qui Jacob, comunque. E tu lo sai bene. Per questo sorridi in quel modo, per questo vuoi festeggiare lo stesso, per questo pensi ai pinguini e fissi l'obiettivo mentre la tua mamma ti scatta fotografie.

Per questo non hai esitazioni che ti sporcano la fronte. Noi ti scrutiamo Jacob, ma vediamo solo tanta vita: anche ferma lì dentro, bloccata in quel letto. Ce la fai vedere lo stesso. Buon Natale, Jacob. Non finisce qui.

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