Strage di Bologna, 39 anni dopo i nodi ancora da sciogliere

39 anni dopo l'esplosione che causò 85 morti e 200 feriti, ancora non si conoscono tutti i mandanti e i depistatori. I parenti delle vittime chiedono la desecretazione degli atti coperti da segreto e i risarcimenti. Fdi: "Commissione d'inchiesta"

Strage di Bologna, 39 anni dopo i nodi ancora da sciogliere

Come ogni 2 agosto, il pensiero di Bologna e dei bolognesi è rivolto all'esplosione che nel 1980 spazzò via la stazione ferroviaria provocando una carneficina: 85 morti e 200 feriti. Da allora, l'associazione dei parenti delle vittime si batte per sapere la verità. I colpevoli della strage sono stati assicurati alla giustizia: Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini sono stati condannati in via definitiva come esecutori dell'attentato. Ma non è mai stata fatta chiarezza, in sede giudiziaria, sui mandanti.

Mattarella: "Giustizia ostacolata da errori, inerzie e complicità"

A questo proposito, in occasione del 39° anniversario, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato di "errori, colpevoli inerzie e ignobili complicità hanno ostacolato il percorso della giustizia. Le democrazie si nutrono dei sentimenti più profondi di umanità. È questa condivisione che ha consentito di unire le forze per sconfiggere la barbarie degli assassini, di fare prevalere il tessuto sociale che si voleva strappare, di cercare sempre e ostinatamente la verità". Il Capo dello Stato ha ringraziato anche l'associazione dei familiari delle vittime per "l'impegno di tener viva la memoria" sull'attentato più sanguinoso della storia del dopoguerra. I cui autori materiali, come detto, sono già stati condannati (anche se continuano a professarsi innocenti). A loro - Fioravanti, Mambro e Ciavardini - potrebbe aggiungersi Gilberto Cavallini, rinviato a giudizio nel 2017 per concorso in strage.

Ass. vittime: "Desecretare gli atti sulla strage"

E i mandanti? "Arrivare a loro è possibile, basta volerlo, occorre che ci sia la volontà di farlo e adesso c'è", ha detto stamattina il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, parlando dal palco della stazione per la commemorazione della strage. Alcuni depistatori - come Licio Gelli - sono già stati condannati, ma per Bolognesi mancano ancora "i nomi dei mandanti e degli ispiratori politici e per questo, a 39 anni da quel terribile giorno, andiamo avanti e andremo avanti fino a quando la giustizia non li avrà identificati e condannati". A tal fine, da tempo l'associazione chiede da tempo la desecretazione degli atti sulla strage. Promessa strappata l'anno scorso al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Il quale, però, non l'ha mantenuta.

FdI: "Commissione d'inchiesta sui depistaggi"

E mentre Maurizio Gasparri (Fi) chiede di "rinnovare, anche formalmente, al presidente del Consiglio Conte, la richiesta di desecretazione di questi atti, è in corso anche la partita dei risarcimenti. Questione sulla quale, ha assicurato stamane la vicepresidente della Camera, Maria Elena Spadoni, intervenendo in consiglio comunale a Bologna, "si sta svolgendo un proficuo dialogo con il rappresentante dell'associazione vittime e spero si risolva al più presto".

Intanto, in Parlamento il gruppo di Fratelli d'Italia ha annunciato una proposta di legge per istituire commissione bicamerale d’inchiesta su dinamiche e connessioni del terrorismo interno e internazionale con la bomba alla stazione e le relative attività dei servizi segreti. Proposta che ha già avuto il sì di Lega, Forza Italia e 5 Stelle, e che mira a fare luce sulle operazioni di "depistaggio messe in atto in relazione alla strage".

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