Strage di Capaci, la procura chiede cinque ergastoli nel "processo bis"

Nell'agguato morirono il magistrato Falcone, la moglie e gli uomini della loro scorta

Strage di Capaci, la procura chiede cinque ergastoli nel "processo bis"

La richiesta di condanna è la stessa per tutti e cinque: ergastolo, per il ruolo avuto nella strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, insieme ai tre uomini che facevano loro da scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro).

Il procuratore aggiunto di Caltanissetta ha avanzata la richiesta di carcere a vita per Salvatore "Salvino" Madonia, Vittorio Tutino, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello, che si ritiene abbiano avuto una parte fondamentale nell'organizzare l'attentato e trovare l'esplosivo con cui fu poi fatta saltare l'autostrada dove l'automobile del magistrato stava passando.

Secondo quanto emerso negli anni il materiale fu trovato da Cosimo Lo Nigro, che riuscì a recuperare ordigni della Seconda guerra mondiale inesplosi, rinvenuti grazie a contatti personali con i pescatori di Porticello.

Il primo processo su Capaci, conclusosi il 26 settembre del 1997, con 24 ergastoli per Totò Riina, Bernardo Provenzano, Francesco e Giuseppe Madonia, Pippo Calò, Pietro Aglieri e altri componenti della "cupola" dei Brancaccio, aveva già determinato responsabilità organizzative e operative.

Pene inferiori erano state decise per i collaboratori Salvatore Cancemi, Giovan Battista Ferrante, Gioacchino La Barbera, Calogero Ganci e Mario Santo Di Matteo. In appello si aggiunsero altri cinque ergastoli.

Il 16 settembre 2008 la Cassazione aveva confermato le condanne e chiuso il primo filone processuale per la strage di Capaci.

Le dichiarazioni rese poi da Gaspare Spatuzza aveva arricchito la comprensione del quadro in cui l'attentato era stato organizzato e realizzato.

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