Strage di Cefalonia, ergastolo per il nazista Alfred Stork che sparò agli ufficiali italiani

Condannato all’ergastolo un ex militare tedesco 90enne accusato di aver partecipato alla fucilazione di "almeno 117 ufficiali italiani" nel settembre 1943

La riproduzione di una foto d'epoca mostra al centro Alfred Stork
La riproduzione di una foto d'epoca mostra al centro Alfred Stork

Il Tribunale militare di Roma ha condannato all’ergastolo Alfred Stork, un ex militare tedesco novantenne accusato di aver partecipato alla fucilazione di "almeno 117 ufficiali italiani" a Cefalonia, nel settembre 1943.

"Meno male... quell’assassino". Il più anziano in vita dei superstiti di Cefalonia, Libero Cosci da Pisa, classe 1920, ha più che un sussulto quando gli arriva la notizia della condanna all’ergastolo per Stork. Cosci, sergente maggiore del Genio nella divisione Acqui, scampato alla fucilazione a Cefalonia aveva raccontato di essere stato "otto ore sotto ai cadaveri dei miei compagni rimasti, otto ore sotto al sangue di quei poveri innocenti". Ora dice che "forse ho pure conosciuto quell’uomo, non so, ma quei tedeschi non ebbero pietà per nessuno di noi, fare distinzioni tra quegli assassini non ha senso, neanche a distanza di 70 anni. La decisione del Tribunale militare di Roma mi sembra giusta per la storia - conclude emozionato - continuate a parlare di noi, non dimenticateci, anche quando fisicamente non ci saremo più". Anche il pubblico ministero, il procuratore militare Marco De Paolis, aveva chiesto l’ergastolo per l’imputato, che era contumace e si è sempre disinteressato alle vicende del processo italiano. Alla richiesta del pm si erano associate le parti civili, costituite da alcuni parenti delle vittime, dall’Associazione nazionale partigiani e dall’Associazione divisione Acqui.

Il difensore di Stork ne aveva chiesto l’assoluzione sottolineando l’assenza di prove a carico del suo assistito e il fatto che questi era stato costretto ad obbedire ad un ordine superiore. Il tribunale ha anche stabilito un risarcimento nei confronti delle parti offese, che verrà definito in sede civile. Secondo l’accusa, Stork avrebbe fatto parte di uno dei due plotoni di esecuzione attivi a Cefalonia nei pressi della cosiddetta Casetta Rossa, dove fu sterminato l’intero stato maggiore della divisione Acqui.

L’imputato aveva in passato confessato, nell’ambito di un’inchiesta tedesca, di aver partecipato alla fucilazione: una confessione però inutilizzabile nel processo italiano, perchè resa senza difensore, e che l’imputato non ha mai voluto ripetere.

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