Sono stati condannati con pene dai 10 ai 12 anni di carcere gli imputati per la strage della discoteca Laterna Azzurra di Corinaldo in cui, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018, cinque adolescenti e una mamma 39enne persero la vita schiacciati dalla folla all'ingresso del locale. Ai membri del gruppo criminoso sono stati riconosciuti tutti i capi d'imputazione, compreso l'omicidio preterintenzionale, ad eccezione dell'associazione a delinquere.
I fatti
La vicenda si è consumò nella notte tra l'8 e il 9 dicembre in una discoteca di Corinaldo, cittadina marchigiana a pochi chilometri di Ancona. Un nutrito gruppo di giovani - circa 1500 - si era riversato nella struttura per assistere al concerto del rapper Sfera Ebbasta quando un banda di deliquenti spruzzò sulla folla uno spray urticante al peperoncino ingenerando il panico tra i presenti. Nel tentativo di sfuggire all'attacco, tutti si diressero verso l'uscita creando un pericoloso ingorgo che causò la morte di 5 minori e una giovanne mamma. Le vittime furono Asia Nasoni (14), Emma Fabini (14), Daniele Pongetti (16), Benedetta Vitali (15), Mattia Orlandi (15) ed Eleonara Girolimini (39).Un centinaio, invece, furono i feriti, alcuni dei quali schiacciati dal crollo di una passerella al piano superiore del locale. Fin da subito, furono identificati i membri del gruppo criminoso - noto come la ''banda dello spray'' - ai quali furono ascritti i reati di omicidio preterintenzionale, lesioni gravi, rapina, furto con strappo e associazione a delinquere.
Le condanne
A circa 2 anni e mezzo dalla tragedia, in data 30 luglio 2020, giungono le condanne in primo grado, e a vario titolo, per gli imputati della strage. Stando a quanto si apprende dal Corriere della Sera, Ugo Di Puorto, Raffaele Mormone, Badr Amouiyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddad - i sei membri della cricca - sono stati condannati dal giudice Paola Moscaroli a pene comprese tra i 10 e i 12 anni con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Non riconosciuto, invece, il capo d'imputazione per associazione a delinquere.
La reazione delle famiglie
Si dice ''amareggiato'' Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini per l'entità delle pene inflitte agli imputati. "A mia figlia dirò che è stata fatta giustizia a metà. il mio avvocato dice che ci può stare perché l'associazione per delinquere è difficile da dimostrare", ha detto all'uscita dell'aula. Parole intrise di rabbia anche quella della mamma di Daniele Pongetti, una delle vittime più giovani. "Vedendo quelle persone in aula ho pensato che avrei magari potuto ammorbidire il mio giudizio su di loro.
E invece li ho visti spavaldi, tranquilli e ho pensato che 12 anni è il minimo, proprio minimo che si potesse dargli. Alle altre udienze non ho partecipato ma stavolta sì, volevo vederli in faccia. E non ho visto la bellezza che aveva mio figlio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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