Spunta un nuovo giallo nel delitto di Lidia Macchi, la studentessa di Varese massacrata con 29 coltellate nel 1987.
Per l'omicidio è accusato - nel processo aperto dopo trent'anni dalla morte - Stefano Binda, che si è sempre proclamato innocente.
Ma ora i periti nominati da giudice hanno scoperto sui resti della donna riesuamti nel marzo del 2016 quattro capelli con dna maschile che non appartengono nè all'imputato, né a qualcuno della famiglia Macchi."Periti e consulenti sono giunti alla stessa conclusione: i capelli non appartengono a Binda e non si sa di chi siano", commente uno dei legali di Binda, l'avvocato Patrizia Esposito.
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