"Superare le discriminazioni per garantire il diritto all'apprendimento"

Solo garantendo una scuola per tutti potremo dire di essere realmente europeisti

"Superare le discriminazioni per garantire il diritto all'apprendimento"

Ai giovani sia finalmente garantito il diritto di apprendere, mediante il superamento delle discriminazioni economiche che il Paese Italia perpetua da anni. Solo garantendo una scuola per tutti potremo dire di essere realmente europeisti.

La pandemia che stiamo vivendo ha alzato il velo su una situazione che è solamente italiana: la Costituzione riconosce il principio della libertà di scelta educativa, la legge 62/2000 ha istituito il Sistema Nazionale dell’Istruzione che è formato da scuole pubbliche statali e scuole pubbliche paritarie. Nei fatti, però, chi sceglie per il proprio figlio una scuola pubblica paritaria è discriminato, poiché deve pagare due volte: paga le tasse allo Stato per un servizio di cui non si avvale, paga le rette che la scuola pubblica paritaria chiede per poter restare aperta. Si verifica, altresì, una discriminazione nella discriminazione: chi può, infatti, sceglie e accetta di pagare due volte, chi non può non sceglie e accetta di non poter scegliere. Un triste paradosso. Da anni lo vado denunciando; la pandemia, però, si è rivelata, lo dico nel massimo rispetto di tutti, una reale occasione per un cambiamento radicale. In meglio. Vediamo il perché. Molte scuole paritarie, infatti, soprattutto nel Sud, hanno dovuto chiudere i battenti, in quanto le famiglie non sono più riuscite a pagare le rette. I Gestori delle scuole cattoliche, già indebitati, non hanno retto il colpo e hanno dolorosamente optato per la chiusura. Risultato: docenti che hanno perso il posto di lavoro, studenti che si sono riversati nelle scuole pubbliche statali che non erano in grado di accoglierli per la mancanza atavica di personale e di strutture. Un disastro del quale solo le organizzazioni malavitose hanno approfittato. Una tale situazione non poteva lasciare indifferenti la società e la politica che hanno preso coscienza dell’ingiustizia e hanno constatato la veridicità di quello che andavamo ripetendo da anni: solo se i genitori sono posti nei fatti nella condizione di poter scegliere, la società può cambiare, in meglio. Così, grazie ad un Governo di unità nazionale, grazie, all’interno di esso, ad un Ministro dell’Istruzione serio e preparato, si è dato il via ad una serie di provvedimenti che hanno visto le scuole paritarie beneficiarie, d’assieme alle scuole statali, degli interventi economici legati all’emergenza. Anche la CEI, va ricordato, nel 2020 è scesa in campo con borse di studio a sostegno della libertà di scelta educativa. E’ stato finalmente compreso che la scuola paritaria non vuole denaro per sé ma per le famiglie a fronte di un regime di rendicontazione trasparente da parte della scuola tutta, statale e paritaria. Quanta ideologia, quante idee sbagliate hanno circolato nel tempo e ancora, purtroppo, circolano in quei settori che vogliono ostacolare la garanzia del diritto all’istruzione per scopi occulti. Queste certezze e il reale pericolo di una scuola sempre più classista ci impegnano a trasformare i singoli interventi degli ultimi mesi in un intervento strutturale, ampio, radicale; se così non fosse, avremo, per l’ennesima volta, ingannato i genitori, illudendoli che la libertà di scelta educativa è necessaria affinché possano agire la propria responsabilità educativa in modo consapevole, e avremo rubato il futuro ai nostri giovani, lasciando morire il pluralismo, unica garanzia di una scuola di qualità proprio perché più equa. Ecco, allora, le prossime tappe del cammino da percorrere e che conduce all’autonomia e alla libertà di scelta educativa:

1. la legge di bilancio rappresenta un’occasione unica per rilanciare il Paese proprio attraverso interventi in economia e nella scuola

2. le Regioni, le Province e i Comuni, le realtà ecclesiali e non sono chiamate ad intervenire concretamente per contrastare la povertà educativa, tenendo unito il Paese con un meccanismo di compartecipazione che consenta alle famiglie, dopo aver pagato le tasse, di scegliere liberamente fra una scuola statale autonoma e una scuola paritaria libera 2 Come avverrà tutto questo? La legge di Bilancio si pone già nella direzione di investire nella scuola statale e paritaria: gli emendamenti migliorativi presentati da tutte le aree politiche - finanziamenti al comparto 0-6 anni, detrazione delle rette nella logica dei costi standard di sostenibilità per allievo, abilitazione dei docenti delle scuole paritarie, integrazione dei bambini disabili in un sistema integrato - devono assolutamente essere approvati. Ciò rappresenta la premessa fondamentale perché poi le regioni (sul modello di Regioni virtuose che prevedono già la Dote scuola, il voucher, il buono scuola) e gli Enti locali ma anche la Chiesa intervengano a favore degli allievi più deboli, perché provenienti da famiglie e da aree più svantaggiate economicamente.

Intravedo una compartecipazione collettiva, in sinergia con il Patto Educativo Globale, che però deve tradursi in interventi strutturali che superino le attuali e terribili discriminazioni economiche che hanno mortificato la scuola e, di conseguenza, la società italiane.

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