Test ai bimbi, ma resta la stretta Cosa succede dopo Pasqua

Tutti gli studenti, compresi gli alunni di asili nido e materne, dovranno essere sottoposti al tampone rapido, che sarà ripetuto ogni sette giorni

Test ai bimbi, ma resta la stretta Cosa succede dopo Pasqua

Lo stato di emergenza per la pandemia da Covid-19 verrà prolungato anche dopo Pasqua, con restrizioni rigide in molte regioni d’Italia. Nonostante il piano delle chiusure sia già pronto, il governo prevede un’importante eccezione: la riapertura delle scuole.

L’arrivo al ministero dell’Istruzione dell’ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo, come riporta il Corriere della Sera, ha dato un impulso decisivo alla ripresa delle lezioni in presenza, anche se non mancheranno precauzioni e accorgimenti. Tutti gli studenti, compresi gli alunni di asili nido e materne, il primo giorno di scuola dovranno essere sottoposti a tampone rapido. Il test dovrà essere ripetuto ogni sette giorni e, nel caso si scoprisse un allievo positivo, l’intera classe dovrà effettuare il tampone molecolare. Un po’ come funziona per il calcio professionistico, si creerà una “bolla”, per tutelare gli studenti e gli insegnanti; non a tutti i docenti, infatti, è stato inoculato il vaccino.

Per rendere più veloce l’effettuazione dei test agli alunni, potranno essere utilizzati anche i tamponi salivari che permettono di ottenere una risposta in pochi minuti e sono adatti ai più piccoli, con l’aiuto dei militari e dei componenti della protezione civile, che opereranno all’ingresso degli istituti scolastici. Per questi ultimi, però, ci sono ancora problemi di autorizzazioni; l’iter per la validazione dei dispositivi è in corso da parte dell’Istituto superiore di sanità. La speranza è che il via libera possa arrivare prima di Pasqua, ma non ci sono certezze a tal proposito. Attualmente, comunque, sono a disposizione circa 2 milioni di kit per la scuola, ma non sarà difficile l’approvvigionamento per condurre in porto la campagna dei controlli. Quella della riapertura delle scuole, con il ritorno alla didattica a distanza al 50% in fascia arancione e alle lezioni in presenza per materne ed elementari anche in zona rossa, è una precisa volontà del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha posto come prioritario nell’agenda di governo il rientro degli studenti in classe.

Tutto questo in un periodo ancora molto difficile, con quasi 4mila persone ricoverate in terapia intensiva e numeri ancora molto preoccupanti di contagiati e vittime del Coronavirus. Per questo motivo, ad eccezione delle scuole, la stretta è destinata a continuare. Il premier Mario Draghi è pronto a valutare la situazione, in vista della scadenza dell’ultimo Dpcm prevista per il 6 aprile, ma il Cts frena sulla riapertura delle attività economiche, anche perché la campagna vaccinale procede molto a rilento. L’orientamento del governo sembra essere quello di lasciare tutte le regioni in fascia arancione o rossa, questo almeno fino all’inizio del mese di maggio, prolungando, eventualmente, lo stato di emergenza a giugno.

I nuovi dati inviati dai diversi territori all’Istituto superiore di sanità consentiranno, nella giornata di domani, di effettuare le nuove valutazioni sulla “colorazione” delle singole regioni. La Lombardia dovrebbe rimanere in zona rossa fino a Pasqua; qualche speranza di passare in fascia arancione ce l’ha il Veneto, mentre il Lazio spera di uscire dalla restrizione totale almeno per cinque giorni, dal 29 marzo al 3 aprile.

Chi rischia di finire nuovamente in zona rossa sono Calabria e Toscana. Ancora grossi sacrifici, quindi, per tante categorie commerciali, come ristoranti, bar, cinema e teatri, che possono riaprire solo in fascia gialla.

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