Taormina chiede il pignoramento della villa di Cogne: "Franzoni non mi ha pagato"

Annamaria Franzoni dovrebbe al penalista 275 mila euro di parcella: lei nega e si oppone. Udienza ad Aosta

Taormina chiede il pignoramento della villa di Cogne: "Franzoni non mi ha pagato"

La villetta di Cogne torna agli onori della cronaca. La casa dove il 30 gennaio 2002 è stato trovato senza vita il piccolo Samuele Lorenzi è di nuovo la centro di una contesa giudiziaria. L'avvocato Carlo Taormina, che ha difeso Annamaria Franzoni nelle prime fasi del processo, ne ha chiesto infatti il pignoramento. La donna si è opposta e ora sarà il Tribunale di Aosta a occuparsi della vicenda.

A inizio 2017, il Tribunale di Bologna aveva condannato Annamaria Franzoni a risarcire il penalista per un mancato compenso di 275mila euro. L'intera somma, calcolando iva, interessi e cassa previdenza avvocati, si aggirava attorno ai 400mila euro, ma gli onorari da pagare furono quantificati in 275mila euro.

Come riporta l'Ansa, il 22 ottobre ad Annamaria Franzoni è stato notificato il pignoramento che riguarda l'unico bene aggredibile: metà della proprietà immobiliare in Val d'Aosta. L'11 novembre la donna, assistita dagli avvocati Maria Rindinella e Lorenza Parenti del foro di Bologna, si è opposta al pignoramento, iscrivendo a ruolo, ad Aosta, la procedura. Oltre a un vizio nella notifica dell'atto, si sostiene che la villetta non sia pignorabile perché è all'interno di un fondo patrimoniale, costituito a maggio 2009 da Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi. Il giudice dell'esecuzione Paolo De Paola ha fissato un'udienza l'11 dicembre.

"Ho fatto una causa civile nei confronti della signora Franzoni perché non mi ha pagato gli onorari, è stata pronunciata una sentenza che è passata in giudicato. Siccome ho fatto richiesta di esecuzione della sentenza e non ho avuto alcuna risposta ho fatto il pignoramento dell'unica cosa che so esistente, cioè la villetta di Cogne", ha spiegato Taormina all'Adnkronos. "Il pignoramento lo abbiamo già fatto, la vendita dell'immobile ancora non è stata fissata anche perché può darsi che le parti intervengano, ora vediamo che succede".

Annamaria Franzoni è stata condannata nel 2008 in via definitiva a 16 anni per l'omicidio del figlio Samuele. La donna era stata assistita dall'avvocato Carlo Taormina nel processo fino a quando il penalista non rinunciò al mandato, il 23 febbraio 2007. Si sono quindi accumulati ben cinque anni di parcelle che l'avvocato ora vuole vedere saldate.

Nel 2013, assistito dal figlio Giorgio, Taormina aveva citato in giudizio Franzoni, chiedendo il pagamento di onorari mai versati. Secondo la difesa della donna però, l'avvocato aveva pattuito la gratuità della prestazione, ma non c'è mai stata prova di questo accordo tra le parti.

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