Era la mattina del 7 settembre 2017 quando la compagna di Vittorio Delle Rose - 71enne rigattiere di Copertino, Comune in provincia di Lecce - confidò all'uomo la sua intenzione di porre fine alla relazione. Quest'ultimo, con il pretesto di recarsi da un loro conoscente, fece salire la donna a bordo di una motoape e la condusse in una zona di campagna isolata, precisamente nei pressi della strada che collega Veglie alla frazione di Monteruga. Qui Delle Rose tentò di strangolare la stessa con una corda per trascinarla verso un pozzo, nel quale l'avrebbe poi gettata. La 41enne riuscì a divincolarsi e a raggiungere a piedi la strada provinciale dove venne ritrovata da alcuni automobilisti con il volto tumefatto per i colpi subiti durante la colluttazione. L'aggressore, dopo averla inseguita, si trovò dinanzi ai Carabinieri allertati dai soccorritori. La vittima, invece, fu trasportata presso l'ospedale Vito Fazzi del capoluogo salentino e in seguito dimessa con una prognosi di 15 giorni.
Le indagini condotte dagli uomini dell'Arma di Veglie - diretti dal maresciallo Raffaele Lezzi - e dalla compagnia di Campi Salentina permisero al gup Simona Panzera di emettere la sentenza che condannava Delle Rose a otto anni con l'accusa di tentato omicidio. Nel corso del processo la 41enne si costituì parte civile con l'avvocato Giovanni Tarantino e nei suoi confronti il giudice dispose un risarcimento da stabilirsi in sede civile. Tuttavia nella tarda serata di ieri è stata emessa una sentenza dalla Corte d'Appello di Lecce - presieduta dal giudice Vincenzo Scardia - che ha modificato il verdetto poc'anzi citato. La pena, infatti, è stata ridotta di un anno.
Mancanza di prove sul fatto che l'uomo volesse realmente strangolare la donna e inattendibilità della stessa, questi i punti focali sostenuti dai legali difensori Andrea Starace e Daniele Scala, secondo i quali era contestabile il reato di lesioni volontarie. Entro 90 giorni - non appena saranno depositate le motivazioni del dispositivo - gli avvocati valuteranno il ricorso in Cassazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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