Ma davvero? Davvero questa specie di Spectre fantasma che sarebbe la Nato rende impossibile l'inizio degli inesistenti colloqui di pace solo perché il rumore delle sue sciabole inquieta le anime candide di chi vorrebbe fermare la guerra? Ma con quanta ipocrisia si può far credere che la richiesta in aumento dei Paesi che vogliono entrare nella Nato per proteggersi dalle armate di Putin sia la prova delle malvagità della Nato? I fatti sono sotto i nostri occhi: di fronte a una Russia tornata indietro di un secolo che invade, bombarda, viola tutte le leggi internazionali agitando da sola il fantasma della guerra nucleare, Paesi pacifici come la Svezia chiedono e ottengono di entrare nell'alleanza.
La Finlandia è un caso esemplare. Quando Stalin e Hitler nell'agosto del 1939 firmarono il cosiddetto «Trattato di non aggressione», occultarono i protocolli segreti con cui il dittatore nazista e quello comunista decidevano di cominciare insieme e dalla stessa parte quella che diventerà la Seconda guerra mondiale (che in tutto il mondo si chiama così salvo in Russia, dove è proibito dire come e fra chi quella guerra cominciò). E così, dopo essersi preso ciascuno metà della Polonia (a Stalin esattamente il 51%), i due dettero seguito ai loro piani: mentre Hitler attaccava Danimarca e Norvegia per scendere verso i Paesi Bassi e la Francia, Stalin si lanciò alla conquista della Finlandia e delle Repubbliche Baltiche. Ma la Finlandia, bombardata ferocemente come oggi l'Ucraina, resistette come oggi gli ucraini, sicché Stalin fece fucilare i suoi comandanti. Il mondo intero nel 1940 si schierò con la Finlandia e Indro Montanelli da Helsinki scrisse fra le sue più celebrate corrispondenze di guerra.
La Finlandia alla fine dovette accettare uno stato di neutralità come quello che oggi Putin vorrebbe imporre all'Ucraina, finché non si liberò finalmente dai russi nel 1991. Come l'Ucraina. E visto quel che i russi hanno fatto all'Ucraina, ieri i finlandesi hanno deciso di entrare nella Nato per paura della Russia, lo stesso terrore dei Paesi ex «satelliti» dell'Urss. Più si diffonde paura, più cresce il numero degli Stati che chiedono di entrare nella Nato. E così sta facendo la pacificissima Svezia. E persino la nazione che è per eccellenza il simbolo della neutralità, la Svizzera, ha annunciato una riflessione sull'opportunità di entrare nella Nato.
Quando ero un parlamentare della delegazione italiana nella Nato, ricordo che a Washington si discuteva soltanto se accogliere la richiesta americana di chiudere la Nato perché inutile e costosa, mentre le nazioni dell'Est europeo dicevano di avere allora e per sempre paura della Russia.
Che può fare in ogni momento ciò che ha fatto il 24 febbraio all'Ucraina e in passato alla Georgia, alla Cecenia, alla Germania comunista nel 1953, all'Ungheria nel 1956, alla Cecoslovacchia nel 1968, alla Polonia costretta all'auto-golpe, e poi all'Afghanistan. Ricordiamolo: non è la Nato che «si vuole allargare», ma sono le nazioni che - terrorizzate dalla Russia - supplicano la Nato di accoglierle.
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