Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è arrivato ad Arquata del Tronto, il paese delle Marche più colpito dal terremoto del 24 agosto scorso, dopo le polemiche dei giorni scorsi in merito alla norma sull’azzeramento delle tasse per i terremotati.
A quasi un anno di distanza dalle scosse che provocarono 51 morti in questo comune, il presidente del Consiglio ha visitato i militari del Genio dell'Esercito che stanno operando nella zona per accelerare le operazioni di rimozione delle 500 mila tonnellate di macerie prodotte dal sisma, poi inaugurerà il villaggio delle casette della frazione di Piedilama, dove sono state realizzate 16 SAE.
Si tratta di un appuntamento già fissato da tempo, che doveva essere una visita per esprimere vicinanza alla vigilia di ferragosto e a pochi giorni dal primo anniversario del sisma, rischia invece di trasformarsi in un acceso rendez-vous con gli amministratori e le popolazioni locali. Ad accoglierlo il primo cittadino Aleandro Petrucci che ha confermato il suo sostegno al sindaco di Amatrice Pirozzi che nei giorni scorsi ha polemizzato con il governo per l'ipotesi di limitare l'esenzione fiscale nei Comuni terremotati al 25 per cento degli importi invece che l'esenzione totale per 2 anni oltre che per l'estensione dei benefici e tutti i centri del cratere.
Le rassicurazioni di Gentiloni
"Il segnale della rimozione delle macerie è indispensabile. Nella ricostruzione non posso escludere difficoltà: quando c'è un percorso di ricostruzione siamo di fronte ad un compito enorme. C'è un buon impianto, abbiamo le risorse economiche necessarie. Abbiamo l'impegno di tutti, penso che ce la possiamo fare. Naturalmente possiamo migliorare le cose che non funzionano. - ha affermato il capo del governo - Sarei pazzo se dicessi che non ci sono difficoltà. Ma abbiamo un impianto legislativo solido sulle zone franche urbane e sulla ricostruzione. Si tratta dell'impegno economico-finanziario più rilevante che ci sia mai stato in una ricostruzione nell'Italia di questi decenni".
Gentiloni non si è sottratto a un chiarimento dopo le polemiche sollevate da vari sindaci nei giorni scorsi. "Certamente, se ci sono delle obiezioni, noi siamo sempre stati aperti con i sindaci, in particolare con il sindaco di Amatrice, a valutare obiezioni e osservazioni. Ma non è stato fatto nulla di diverso da quello che è contenuto nella legge. Poi, se si può fare di più, siamo disponibilissimi a parlarne con Sergio Pirozzi, che merita tutto il nostro consenso e supporto. Noi siamo pronti".
"Parleremo con il sindaco Pirozzi e gli sindaci delle zone del sisma - ha promesso - per superare tutte le problematiche presenti e tutte le difficoltà burocratiche che inevitabilmente si sono prodotte a causa di tre terremoti consecutivi mai accaduti in Italia in un area così vasta".
Le proteste
A sollevare le prime critiche è stato Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, che ha definito il provvedimento "una presa in giro". "Spero che sia stato il caldo. O un errore del Mise. Mi avevano garantito l’esenzione totale di tasse e contributi per 4 anni. Poi avevano detto 2. Ma ora ho studiato la norma e non è così - ha spiegato il primo cittadino - L’esenzione viene spalmata su 4 anni. Per cui già da quest’anno il 61% deve essere pagato. E si arriva al paradosso: se un investitore viene da fuori e apre un’attività non paga. Chi ha perso tutto, sì. Ma questa non è la parola data. Tutti avevano creduto che se riaprivano non pagavano le tasse. Hanno riaperto. E ora arriva la fregatura?".
L'ennesima polemica che si inserisce sulla scia di quelle causate dai ritardi nell'azione di assistenza e ricostruzione: le macerie che per mesi non sono state rimosse, le casette che non arrivavano mai, infine le complicazioni per quanto riguarda le attese agevolazioni fiscali e la creazione di una no-tax area nelle zone colpite.
Pirozzi intanto ha già chiesto spiegazioni a Palazzo Chigi. "Ho chiamato la segreteria del premier Gentiloni. Mi hanno risposto che quelli che hanno preparato la norma sono tutti in ferie. Ma qui in ferie non ci andiamo, anche perché è a Ferragosto che si fanno le peggiori schifezze - ha commentato il sindaco a Il Messaggero, dicendosi pronto a rimborsare con i fondi della solidarietà i contributi da versare - Ma sarebbe una sconfitta per lo Stato. Avevamo suggerito di dare i fondi solo ai Comuni con le zone rosse".
"Noi ringrazieremo Gentiloni che ci viene a visitare, anche perché è stato preceduto dalle ruspe dell’esercito che casualmente hanno cominciato a rimuovere un po’ di macerie - aveva detto invece il sindaco di Arquata - ma Pirozzi ha ragione. È ora di dirlo: il terremoto purtroppo ha distrutto tre Comuni, Amatrice, Accumoli e Arquata. Invece, a furia di tirare la giacchetta, ci sono Comuni che hanno solo qualche piccola crepa e che stanno prendendo un sacco di soldi. Per non parlare della pista ciclabile, per fortuna bloccata, che la Regione Marche voleva fare con gli sms solidali. E a noi negano i fondi per i cimiteri".
Nel frattempo, oggi ad Amatrice, il sindaco Pirozzi parlerà con Ermete Realacci, presidente della Commissione territorio della Camera, delle mancate promesse del governo in merito all'esenzione per i cittadini delle zone
terremotate dei contributi e delle tasse per le imprese per due anni. "Su alcuni punti Pirozzi ha ragione, in questi giorni ne ho parlato con Gentiloni - ha spiegato Realacci - Una riflessione ci può essere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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