Terrorismo, l'arsenale di Isis e Boko Haram sepolto a Castelvolturno

Ecco come viaggiano e dove vengono seppellite in Italia le armi dei terroristi, utilizzate per commettere attentati

Terrorismo, l'arsenale di Isis e Boko Haram sepolto a Castelvolturno

Le armi di Isis e Boko Haram seppellite nelle campagne di Castelvolturno. L'inchiesta, del CorriereTv mostra come ci sia un passaggio di armi che avviene quasi alla luce del sole e che sarebbe spesso utilizzato dalle organizzazioni terroristiche.

Le armi verrebbero trasferite a pezzi. Suddivise "in parti", cioè smontate, fucili e pistole viaggerebbero tranquillamente con bolle di accompagnamento che le qualificano come carpenteria metallica. Così diventa facile spostare armi da tenere a disposizione dei terroristi per eventuali attentati.

E questo sfruttando il fatto che chi arriva da zone di guerra sa facilmente e rapidamente montare le armi. A confermarlo c'è un uomo, che arriva dalla Liberia e che collabora da tempo con le forze dell’ordine italiane e ha denunciato e fatto arrestare componenti della cosiddetta mafia nigeriana, una organizzazione criminale molto ben radicata nelle aree del litorale casertano fino al basso Lazio, a Roma (Tor Bella Monaca), Genova, Catania, Veneto.

Ma anche Carlo Tombola, direttore scientifico dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere. Tombola spiega che se parlamo di pezzi di ricambio e parti staccate, la legislazione di fatto non esiste e i controlli sono quasi impossibili: "Anche a livello internazionale, secondo l’ultimo trattato che si chiama ATT (Arms trade treaty) - spiega al CorriereTv - e che è stato approvato dall’Onu nel luglio di due anni fa, il problema delle armi staccate non si pone, quindi non è controllabile. Questo problema lo abbiamo posto con forza sia come ricercatori che come associazioni ONG che lavorano nel settore e anche attraverso Amnesty International alle conferenze di preparazione di quel trattato. Quindi la questione era stata posta, ma per veti politici di grande peso sia le armi in parti staccate che le munizioni sono in gran parte uscite dalla copertura di quel trattato. La questione non è tuttavia semplice in quanto la legislazione alcune cose le copre ed altre no".

In Italia, secondo Tombola, abbiamo certamente una legge tra le migliori, ma se l’arma per esempio è destinata a forze di polizia non viene considerata arma militare e quindi esce dal controllo che si deve fare ai sensi della legge 185/1990 sulle armi militari ed entra invece sotto l’egida di un’altra legge, la 110/1975, che non prevede controlli dello stesso tipo e soprattutto non prevede la pubblicazione dei dati in un rapporto così come invece si fa per le armi militari."Quindi noi non ne sappiamo in gran parte niente.

- prosegue – E se io spedisco una partita di armi staccate, per esempio 100 canne, 100 calci, 100 percussori, 100 grilletti, intanto sarà un gioco abbastanza semplice ricomporre altrettante armi complete ma poi, soprattutto, i pezzi che hanno viaggiato staccati non saranno stati mai classificati come armi e quindi non saranno mai entrati sotto i controlli di legge che invece dovrebbero logicamente seguirli. Una bolla di canne di fucile per esempio, viene classificata come parti metalliche o carpenteria metallica".

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