“Vorrei chiedere che i giudici che si occupano di diritto di famiglia fossero specializzati, preferibilmente non divorziati e non tutte donne. Ogni tanto nelle aule di giustizia vorrei incontrare anche qualche uomo. In tribunale mi sento, in quanto maschio, ontologicamente colpevole”. Tiberio Timperi, in un’intervista rilasciata a Il Giorno, parla della sua battaglia giudiziaria per aver maggiori diritti in quanto padre separato.
"La mamma è sempre buona, mentre il padre è colpevole a prescindere”, ribadisce il conduttore televisivo per il quale “la paternità è rilevante solo a livello finanziario, il padre è il socio di maggioranza senza diritto di voto”. Timperi lamenta il fatto che i giudici decidano escludendo la figura paterna ma “se si cancellano i padri non meravigliamoci della società malata che abbiamo oggi". Per la sua esperienza personale il conduttore tivù definisce un “fallimento” la legge sull’affido condiviso e, poi, attacca l’attuale sistema: “Ogni mese un figlio trascorre 23 giorni con la madre e 8 col padre: che possibilità c'è per un uomo di stabilire un rapporto profondo con il figlio? Vorrei una più equa ripartizione dei tempi”.
Timperi attacca anche l’esecutivo, si dice pronto a chiedere un incontro al Guardasigilli Andrea Orlando per denunciare le discriminazioni subite."Io volevo che mio figlio andasse in una scuola pubblica, la madre in una privata, alla fine il giudice ha deciso per una terza”, racconta. E ancora: "Chiederei al governo Renzi oltre che i patti prematrimoniali anche l'obbligo di rendicontazione. Io do 2500 euro al mese per il mantenimento di mio figlio, ma non so come vengono spesi".
E, infine, parla della sua vicenda personale: "Io sono stato accusato di ingiurie e percosse a terzi, e maltrattamenti nei confronti di mio figlio, ma le denunce sono state archiviate. Però il giudice non ha agito contro chi mi aveva falsamente accusato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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