Non sarà Autostrade per l'Italia a ricostruire il viadotto crollato il 14 agosto scorso, anche se la società dovrà finanziare l'opera. A dirlo è il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti che ha riferito oggi alla Camera.
"Il governo è compatto nel ritenere che i lavori di ricostruzione del ponte non possano essere affidati ed eseguiti da chi giuridicamente aveva la responsabilità di non farlo crollare", ha detto in aula Danilo Toninelli, "La ricostruzione va affidata a un soggetto a prevalente o totale partecipazione pubblica dotato di adeguate capacità tecniche, mantenendo in capo al concessionario l'ovvio onere dei costi. L'integrale finanziamento dell'opera da parte della Società concessionaria rappresenta solo una minima parte del risarcimento dovuto e non ha nulla a che vedere con la procedura di decadenza dalla concessione. Sulla ricostruzione del ponte dovrà esserci il sigillo dello Stato".
Il ministro ha parlato anche di "pressioni, interne ed esterne" subite perché non venissero resi pubblici gli atti che riguardavano le concessioni. Parole che hanno scatenato la bagarre in Aula, con NcI, FI, e Pd hanno chiesto al ministro di "fare i nomi" di chi gli ha fatto pressioni e di inviare "il resoconto del verbale dell'Aula" alla magistratura. Il presidente Roberto Fico ha spiegato che i "verbali sono pubblici".
Ma Toninelli ha tirato dritto sostenendo che "saranno cancellate le convenzioni nelle quali i costi sono pubblici e i profitti privati come quelle stipulate sotto i governi di Prodi e Berlusconi".
"Questo governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni autostradali e degli obblighi convenzionali, per impostare questi rapporti sulla base di nuovi princìpi e di più soddisfacenti equilibri giuridico-economici", ha ribadito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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