"Vivo in casa di cura: qui molti morti, ma non ci danno mascherine"

Valeria Truppi è una donna di 54 anni, ospite presso una delle strutture oggetto di polemiche per la scorretta gestione dell'emergenza da Covid-19. la testimonianza raccolta dalla cognata

"Vivo in casa di cura: qui molti morti, ma non ci danno mascherine"

Valeria Truppi fa parte degli oltre 200 mila nostri connazionali che risiedono, attualmente, presso quelle strutture conosciute come Residenze Sanitarie Assistenziali sparse per tutta Italia. La 45enne di Torino ha lanciato un appello riguardo la critica situazione in cui è costretta a vivere all'interno della sua casa di cura, dove il Coronavirus ha già mietuto alcune vittime. Come segnalato da Valeria, gli ospiti della struttura non hanno neanche il diritto a indossare una mascherina. La sua testimonianza è stata raccolta dalla cognata di lei, Paola Strocchio, collaboratrice di Giallo. Come riporta Strocchio, sua cognata Valeria non può parlare, ma riesce comunque a comunicare grazie alla tecnologia, ovvero al controllo oculare, tramite cui è possibile scrivere con gli occhi, senza l'utilizzo delle dita.

Torino, il disperato appello di Valeria

Nel 2003, Valeria Truppi contrasse una meningoencefalomielite. Dopo essere stata in bilico tra la vita e la morte per qualche giorno, riuscì a sopravvivere riportando, tuttavia, gravi lesioni a livello neurologico. La donna, col passare del tempo, è prima divenuta prima paraplegica, poi tetraplegica. La signora Truppi, ospite presso una casa di cura, ha descritto la difficilissima situazione all'interno della struttura, in cui negli ultimi tempi sono morti tre anziani. Nel frattempo, sempre nella medesima struttura, continuano ad aumentare i pazienti in isolamento preventivo, in attesa del tampone. Valeria ha raccontato:"Ora la situazione è completamente cambiata: nessuno può più entrare e nessuno può più uscire, eccetto quella parte di personale che, con vero spirito di abnegazione, continua a venire a svolgere il proprio lavoro".

Valeria ha specificato come non se la senta di giudicare coloro che non hanno voluto continuare a lavorare per la tutela di loro stessi e dei loro cari. Purtroppo però, adesso il personale è diminuito drasticamente e i pochi rimanenti sono costretti a fare il doppio del lavoro di prima e a volte anche di più. La 54enne ha, inoltre, descritto un elemento tanto significativo quanto preoccupante: "Oltretutto, a parer mio, ma anche supportata da ciò che leggo e sento in tv, la mascherina da loro utilizzata non è a norma". A detta di Truppi, la "mascherina" indossata dagli addetti non sarebbe altro che un normale pezzo di lenzuolo fatto a mano, che a fine turno viene poi sterilizzato.

Come se questo non bastasse, la 54enne ha aggiunto che agli altri ospiti "invece, non viene messa alcuna mascherina, a meno che non abbiano dei sintomi, ma mi chiedo se a quel punto non sia troppo tardi per salvaguardare la salute di tutti gli altri".

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