Totocalcio, dal 1981 cercava di incassare il 13. Ma muore a 67 anni

Martino Scialpi rivendicava una vincita miliardaria al Totocalcio. Ma il Coni non gli ha mai pagato la schedina

Totocalcio, dal 1981 cercava di incassare il 13. Ma muore a 67 anni

Ci ha provato per 40 anni. Battaglie giudizirie, indagini, assoluzioni. L'unico obiettivo è rimasto sempre quello: incassare il magico 13 al Totocalcio. Una impresa non da tutti i giorni e che quando capita può, anzi poteva, svoltare la vita. Martino Scialpi, un commerciante ambulante di Martina Franca (Taranto) dal lontano 1981 stava cercando di farsi riconoscere dal Coni la schedina vincente. Non ci è riuscito. Mentre il contenzioso sembrava andare verso una soluzione, Scialpi è morto all'età di 67 anni. Senza mai incassare la vincita miliardaria.

La schedina risale al novembre del 1981. La Lazio era in serie B e sulla panchina della Juve siedeva il Trap. Altri tempi e altre scommesse. Quel giorno Scialpi decide di tentare la fortuna del 13 e insieme ad altre quattro persone indovina tutti i risultati. "Sono ricco", avrà pensato. E invece non incasserà mai una lira.

Il Coni, infatti, non ha mai versato al commerciante quel miliardo di lire tanto sperato perché ha sempre sostenuto che la schedina, considerata autentica, non sia mai arrivata all'archivio corazzato del Totocalcio. Un'indagine interna attrbuì lo smarrimento "alla caduta accidentale del blocchetto contenente la schedina, con il conseguente inspiegabile e increscioso accaduto". Poi un'altra indagine relazione ipotizzò il furto (Scialpi venne indagato e poi assolto nel 1987).

In Tribunale però non è mai riuscito a far valere le sue ragioni. Solo nel marzo del 2016, a seguito di una denuncia presentata da Scialpi nel 2014, si era aperto uno spiraglio: la procura di Potenza aveva iscritto nel registro degli indagati ben 36 persone, tra esponenti del Coni, magistrati, ufficiali della Guardia di finanza, avvocati e dirigenti dell'Azienda Monopoli di Stato. Il gip aveva accolto la richiesta di opposizione all'archiviazione mentre il giudice civile del Tribunale di Roma, Federico Salvati, aveva invitato le parti a trovare una conciliazione.

La cifra, in fondo, è di tutto rispetto. Con le varie rivalutazioni e il cambio, quel 13 alla schedina del Totocalcio varrebbe circa 10 milioni di euro. Non pochi. "Ho fatto 13", è il titolo del libro scritto da Scialpi qualche anno fa. Un modo per raccontare la sua vicenda, sicuramente unica e particolare.

Dopo la morte dello scommettitore (che solo di spese legali e viaggi per i tribunali di tutta Italia avrebbe speso qualcosa come 500mila euro), ora gli eredi potrebbero continuare la sua battaglia. E trasformare in realtà il desiderio di Martino: incassare quel magico 13.

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