Prosegue l'indagine per l'attribuzione delle responsabilità per la tragedia del Mottarone da parte della procura di Verbania. L'incidente che ha portato alla morte di 14 persone è sotto la lente di ingrandimento degli investigatori e degli esperti, che ora devono analizzare qualunque aspetto della vicenda, dalla gestione della funivia fino al motivo per il quale la fune traente si è spezzata a pochi metri dall'ancoraggio alla stazione di testa. I tre indagati sono usciti dal carcere e solo uno di loro, Gabriele Tadini, deve attenersi al regime di detenzione domiciliare. Il gestore della funivia, Luigi Nerini, è a piede libero ma non si sono fermati gli accertamenti sulla sua persona.
Da quanto è emerso nelle ultime ore il nome di Luigi Nerini non è nuovo in procura, come evidenziato dal procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi nella sua richiesta di convalida del fermo per la tragedia del Mottarone, che è stata poi respinta dal giudice. Il gestore della funivia, infatti, era stato già indagato in passato per due incidenti molto meno gravi, in cui però rimasero feriti un dipendente e un passeggero. Quegli incidenti non sono legati strettamente alla funivia Stresa-Mottarona ma ad Alpyland, l'impianto divertimenti situato in cima alla montagna, la cui gestione fa capo sempre a Luigi Nerini.
Gli episodi di Alpyland non sono in alcun modo collegati alla tragedia del Mottarone ma sono stati citati dalla procura per sostenere "la già dimostrata insofferenza ad uno scrupoloso rispetto delle misure di sicurezza volte a tutelare l'incolumità degli utenti di tale genere di impianti". Una sorta di precedente importante che, secondo la procura, dice tanto sul modus operandi di Luigi Nerini.
Intanto si prosegue alla ricerca della causa della rottura della fune che ha causato la tragedia sul Mottarone. Le ipotesi sul tavolo sono ancora tante e stando ad alcune indiscrezioni non è escluso che tra le cause potrebbero esserci gli stessi forchettoni utilizzati per disattivare i freni di emergenza. I pm di Verbania, infatti, ipotizzano che il loro uso prolungato possa aver indebolito le fibre della fune d'acciaio sulla quale correva anche la cabina che è precipitata nel vuoto lo scorso 23 maggio portando con sé le vite di 14 persone.
Al momento nel registro degli
indagati ci sono tre iscritti per la tragedia del Mottarone ma la procura sta procedendo a vagliare le posizioni di altre persone e non è escluso che ci possano essere nuovi sviluppi in tal senso nei prossimi gorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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