Desta non poche perplessità l'ordinanza del gip di Verbania che ha stabilito la libertà per Luigi Nerini, gestore della funivia del Mottarone, ed Enrico Perocchio, direttore di esercizio, dopo la tragedia di domenica scorsa in cui sono morte 14 persone. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Donatella Banci Buonamici, il quadro indiziario a carico degli indagati sarebbe "scarno", eccezione fatta per il caposervizio Gabriele Tadini, per il quale sono stati disposti i domiciliari dopo una corposa confessione. A torto o ragione della deliberazione, la reazione del mondo politico (e non solo) non si è fatta attendere. "Non entro nel merito accuse, ma mi pare che siamo di fronte all'ennesima stortura nell'applicazione delle misure cautelari, la fretta di individuare i responsabili porta inevitabilmente a delle storture e si crea una gogna mediatica che non fa bene alla giustizia", dichiara nel corso di un'intervista all'Agi il presidente dell'associazione Camere Penali del Piemonte occidentale, Alberto De Sanctis.
"Bisogna rispettare tempi processuali"
Se Luigi Nerini ed Enrico Perocchio abbiano avuto delle responsabilità per la tragedia del Mottarone saranno le investigazioni a confermarlo. Certo è che per il gestore della funivia e il direttore di esercizio la gogna mediatica sarà inevitabile. "Arrestati e dipinti come uomini cinici e senza scrupoli, pronti a tutto per il profitto, oggi scarcerati per mancanza di gravi indizi di colpevolezza - dice De Sanctis - non mi interessano le tesi innocentiste e colpevoliste, mi interessa solo fare una riflessione sull'abuso delle misure cautelari e precautelari (arresto e fermo) e sulla gogna mediatica alimentata da frettolose ricostruzioni accusatorie. Il principio della presunzione di innocenza - secondo la legislazione europea - deve essere applicato anche all'informazione giudiziaria, non solo al processo. Invito tutti ad una pacata riflessione su questo tema che incide così violentemente sulla vita delle persone sottoposte ad indagini e dei loro famigliari, ma anche delle persone offese che cercano la verità e non un simulacro di responsabilità penale", continua.
"Si tratta di una tragedia immane che crea sgomento e proprio per questa ragione bisogna essere cauti e seguire le regole del processo penale - prosegue il penalista - questi sono processi molto complessi in cui le responsabilità dei singoli devono essere suffragati da perizie, testimonianze e consulenze tecniche. Non bastano 48 ore, i processi andrebbero fatti in aula l'emotività dovrebbe essere tenuta molto distante dall'analisi delle prove per individuare le singole responsabilità. Raggiungere in tempi rapidi un risultato non è bene e la magistratura dovrebbe essere capace di arginare le pressioni mass mediatiche".
Cicchitto: "Con certa Giustizia si rischia il ridicolo"
Sulla vicenda del Mottarone e, nello specifico, sulla decisione del gip di scarcerare gli indagati, è intervenuto anche Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà. "Quello che sta accadendo per la strage del Mottarone mette ulteriormente in evidenza la crisi devastante che attraversa la nostra magistratura. Tutti colpevoli o quasi nessun colpevole? Ma i morti ci sono e la fune si è rotta. - dice ai taccuini di LaPresse - Ma con la spettacolarizzazione della giustizia non si va da nessuna parte e anzi si rischia di coprirsi di ridicolo anche di fronte ad una terribile tragedia. A questo punto all'estero è possibile che pensino che i nostri ponti e le nostre funivie siano a rischio e la nostra magistratura non sa capire chi è colpevole e chi innocente. Insomma, si sta passando da un estremo all'altro, non in una vicenda di ordinaria amministrazione, ma in una tragedia".
Cicchitto invoca poi l'intervento del Ministro della Giustizia, e forse anche "un'autorità istituzionalmente superiore", dovrebbero intervenire per "evitare che l'Italia cada nel grottesco anche in presenza di una strage di 14 persone.
In ogni caso, a parte le dirette responsabilità penali, siamo in una situazione nella quale non si è fatta neanche luce sulle omissioni fatte da chi avrebbe dovuto esercitare il controllo. Anzi, non è chiaro ancora chi avrebbe dovuto esercitare il controllo: ma tutto ciò non si risolve in una incredibile vergogna nazionale da ogni punto di vista si affronti la situazione?"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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