L'ex sindaco di Farindola, Massimiliano Giancaterino, è stato aggredito mentre si trovava nel bar del tribunale di Pescara durante una pausa della seconda udienza preliminare sulla tragedia dell'Hotel Rigopiano.
L’uomo, uno dei 25 imputati, è stato colpito alle spalle da Maria Perilli, madre di Stefano Feniello, una delle 29 vittime della tragedia avvenuta il 18 gennaio del 2017 presso l'omonima località situata nel comune di Farindola, in Abruzzo.
La donna, tra l’altro, è la moglie di Alessio Feniello, sotto processo per aver violato i sigilli dell’area dove 29 persone, tra cui lo stesso Stefano, morirono sepolte dalla neve.
La Perilli ha preso a pugni l’ex sindaco, che è caduto a terra, urlandogli: "Hai firmato la condanna a morte di mio figlio". Sul posto sono intervenute immediatamente le forze dell'ordine e gli operatori del 118, che hanno assistito Giancaterino.
"Era al bar allegramente, quando è stato lui a firmare la condanna a morte di mio figlio e allora l'ho preso a pugni", ha dichiarato la donna che ha aggiunto di non credere di avergli provocato ferite. "Lui e' il doppio di me. Quindi potete immaginare il male che gli ho fatto”.
Per la Perilli, l’ex sindaco è direttamente responsabile della morte di suo figlio Stefano perchè “è stato lui a firmare i primi documenti per l'ampliamento dell'albergo e ha dato la possibilità all'albergo, da quel momento, di essere aperto anche durante l'inverno, non solo d'estate". Così facendo, “ha condannato a morte Stefano".
La vittima dell’aggressione, uscendo dal tribunale scortato dagli operatori del 118, ha affermato che la violenza è accaduta all’improvviso. "Stavo prendendo un caffè con i miei avvocati, quando sono stato aggredito. Non so da chi, era una donna. Mi ha picchiato, mi ha riempito di botte. Segue querela".
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