"Mezzi rotti", "Li distruggono". È caos sul trasporto dei malati in Salento

Pneumatici spaccati, auto ferme, freni usurati. Il trasporto per i malati fa cilecca. Autisti e accompagnatori protestano: "Così non lavoriamo bene"

"Mezzi rotti", "Li distruggono". È caos sul trasporto dei malati in Salento

Trasporto sanitario a terra: gomme lacerate, freni logori, auto senza carburante sufficiente. Sono queste le condizioni in cui si trova il servizio dell'Asl salentina e denunciate dagli stessi lavoratori che servono un territorio di ben 97 comuni, attraversati dai mezzi della ditta Tundo. L'impresa si occupa, per conto dell'azienda sanitaria, di accompagnare pazienti oncologici, ma anche persone che devono sottoporsi a dialisi, farmaci, provette, materiale biologico da portare da un presidio all'altro. Tutto viaggerebbe a bordo di veicoli usurati, molti dei quali senza aria condizionata.

Malfunzionamenti e auto in tilt

Per il materiale biologico il personale si attrezza con borse termiche e ghiaccio, ma il problema é sopratutto per i pazienti più fragili. Accade così quello che ci ha raccontato un autista della Tundo, ovvero che una persona, dopo aver fatto chemioterapia o dialisi, si debba mettere alle 11 e 30 del mattino nell'auto per essere accompagnata a casa, percorrendo anche 50 chilometri senza aria condizionata, con temperature che arrivano oltre 40 gradi. Come ci racconta l'esponente della Uil Dario Cagnazzo, da tre anni a questa parte la situazione è andata sempre più peggiorando, tanto che i doblò della ditta sono diventati pericolosi sia per il personale che per gli utenti.

Lo sa bene una dipendente che per tre volte ha rischiato la vita sulla strada per il malfunzionamento dell'auto. Un mese e mezzo fa, lo sterzo della vettura sulla quale viaggiava si bloccò, il veicolo andò in tilt con la fuoriuscita di fumo, mentre i pazienti che erano nell'abitacolo vennero recuperati da una seconda auto. Dopo l'episodio partì subito una relazione da parte del sindacato Usb, sia ai vertici della Tundo, che alla direzione dell'Asl, senza risolvere grancchè. Contemporaneamente a quello che avveniva alla dipendente, sulla Lecce - Otranto si fermava un doblò per una lesione ad una gomma. Nel veicolo viaggiava un lavoratore che andava a prendere un paziente dializzato. L'autista é riuscito a proseguire per un breve tratto e trovare sulla carreggiata una posizione più sicura, per farsi prendere da un collega.

La protesta dei lavoratori: "Invisibili"

"Non c'è il materiale base per far camminare il doblò - riferisce a ilGiornale.it un lavoratore della Tundo - mancano persino le lampadine ai fari! " Molte volte i dipendenti, come loro stessi ci riferiscono, comprano il necessario di tasca loro per lavorare un pò più sicuri, sopratutto in tempi di Covid quando mesi fa, in assenza di sanificazione e dispositivi di protezione, hanno acquistato le mascherine per sé.

L'impresa per lungo tempo non avrebbe fatto manutenzione, stando alle dichiarazioni dei lavoratori e dei rappresentanti sindacali Gianni Palazzo della Usb e Dario Cagnazzo della Uil. Così l'Asl di Lecce, stazione appaltante, ha deliberato ad aprile scorso di internalizzare il trasporto con il passaggio dall'impresa esterna alla propria società partecipata Sanità Service, internalizzazione che però tarda ad arrivare. Più volte i sindacalisti hanno sollecitato l'Asl a intervenire, tra sit in di protesta, lettere scritte e scioperi, ma nonostante la Tundo abbia un contratto scaduto a settembre scorso, continua a lavorare di proroga in proroga.

"Siamo invisibili "- dicono i lavoratori che si sentono dimenticati dall'Asl, dalla Tundo e da Sanità Service che dovrebbe assorbirli. Da dieci anni l'impresa accusa difficoltà a garantire le condizioni contrattuali al personale, nonostante abbia un rapporto di lavoro con l'azienda sanitaria di oltre 4 milioni l'anno per un centinaio di dipendenti. Si va al risparmio, come testimoniano autisti e accompagnatori che ci riferiscono di carburante inserito con il contagocce: sedici litri al giorno a fronte di percorsi che possono arrivare anche a 400 chilometri e che non possono essere completati

La Usb si dice pronta ad un'occupazione permanente nell'azienda sanitaria a partire già da settembre, tra il malontento dei lavoratori che, oltre a guidare in condizioni poche sicure, aspettano dalla ditta somme arretrate, mentre l'ingegnere Enrico Tundo, responsabile dell'impresa, getta acqua sul fuoco.

L'impresa si difende: "Autisti distratti

"La manutenzione - ci dice -viene effettuata regolarmente su un parco auto che ha una durata massima di quattro anni". Quello che registra l'imprenditore è la presenza di auto rotte dopo appena 1000 chilometri, per incidenti accaduti al personale distratto. Per l'imprenditore, i doblò che si guastano rappresentano dei casi isolati avvenuti negli anni come fatti fisiologici su un centinaio di macchine. Così anche la sanificazione anti Covid, che per alcuni mesi non sarebbe stata effettuata, viene categoricamente smentita dall'ingegnere Tundo. L'imprenditore ci mostra la comunicazione inviata nel mese corrente al personale perché si presentasse in rimessa per la sanificazione auto, ma per giorni - a suo dire - nessuno sarebbe comparso.

Anche l'assenza dell'aria condizionata é stata negata dal manager, che ha fatto notare che ogni autista può contare su un mezzo di sostituzione, che invece non sarebbe stato impiegato, visto che gli risultano una decina di veicoli sostitutivi fermi da mesi. Enrico Tundo poi ha ricordato anche che nell'ultima riunione di una decina di giorni fa, i referenti del personale avrebbero motivato l'eccessivo consumo di carburante proprio con la continua attivazione del sistema di aria condizionata.

Quanto al carburante insufficiente, il responsabile dell'azienda si difende accusando i dipendenti che non sarebbero sempre ligi al dovere, dal momento che le auto della ditta verrebbero impiegate anche per tragitti personali. Il vero problema per l'ingegnere è in realtà l'internalizzazione. Secondo l'imprenditore, si sta strumentalizzando la questione attaccando la sua azienda e sollecitando Sanità Service ad attivare la procedura di assorbimento dell'organico che dovrebbe avvenire in autunno.

Le accuse alla Asl

Le difficoltà non mancano per la ditta, che da quando vinse l'appalto nell'Asl di Lecce una decina di anni fa ad oggi, si é ritrovata con una serie di servizi in più erogati per l'Asl senza che fossero sufficientemente coperti economicamente dalla stazione appaltante. A dire dell'ingegnere Tundo, nel 2015 l'azienda sanitaria fece soltanto un'estensione di spesa pari al 20% a fronte di un servizio che non era più quello iniziale del trasporto per pazienti oncologici, ma tanto altro in più, al punto da raddoppiare il numero di dipendenti da 80 a 160.

Oggi la ditta ha già perso dieci milioni di fatturato, ha affrontato una pandemia che gli ha cusato la perdita di diverse gare come nell'Alto dige dove gran aprte degli autisti si sono ammalati di Covid e non ha ancora ricevuto alcun ristoro. Per fortuna però l'impresa ha vinto altrove appalti per oltre 120 milioni di euro con attività che partiranno da settembre.

Una cosa è certa per l'ingegnere che non metterà più piede nel Salento, il danno maggiore l'avrebbe provocato una precisa linea sindacale che invece di tutelare i lavoratori, avrebbe preferito, a dire dell'imprenditore, pensare a far assumere parenti e amici da "sistemare" poi nella partecipata dell'Asl, senza preoccuparsi che forse agendo diversamente avrebbe mantenuto 160 dipendenti a lavorare invece di ridurli agli attuali 110.

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