Trentasette anni fa il sequestro di Aldo Moro

Il Presidente della Repubblica ha deposto una corona a via Fani, luogo in cui fu rapito lo statista Dc e furono uccisi gli uomini della sua scorta

Trentasette anni fa il sequestro di Aldo Moro

Il rapimento avvenne la mattina di trentasette anni fa. Oggi le alte cariche dello Stato ricordano l'anniversario di quella brutta e triste pagina della storia della Repubblica, con il rapimento di Aldo Moro e l’eccidio della sua scorta. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presenziato alla deposizione di una corona di fiori in via Fani, nel luogo del blitz delle Br. Il Capo dello Stato si è fermato a parlare per alcuni minuti con i familiari degli agenti uccisi, prima di risalire sull’auto e lasciare via Fani. Poco dopo anche Pietro Grasso, presidente del Senato, e Laura Boldrini, presidente della Camera, hanno deposto due corone d’alloro. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, il capo della polizia, Alessandro Panza, il questore della Capitale, Nicolò D’Angelo e il presidente della Commissione d’inchiesta sul caso Moro, Giuseppe Fioroni.

Poco dopo le 9 del 16 marzo 1978 l'auto che trasportava il presidente della Dc dalla sua abitazione alla Camera dei deputati fu intercettata e bloccata da un commando delle Brigate Rosse. I terroristi uccisero i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro (Oreste Leonardi e Domenico Ricci), i tre poliziotti che viaggiavano sull'auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il politico. Iniziò, così, una prigionia durata 55 giorni, durante la quale Moro fu sottoposto a un fantomatico processo politico da parte del cosiddetto "Tribunale del popolo", istituito dalle Br. Dopo aver chiesto uno scambio di prigionieri con lo Stato, fu eseguita la "condanna a morte" di Moro da parte dei terroristi.

Il corpo del leader Dc fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, a poca distanza dalla sede nazionale del Pci e da Piazza del Gesù, sede nazionale della Dc.

L'inchiesta e il rientro in Italia di Casimirri

Il governo e in particolare "i ministri Gentiloni e Orlando, mi aguro faranno di tutto per avviare i processi di estradizione di Alessio Casimirri, uno dei br della strage di Via Fani, condannato all’ergastolo e che non ha fatto un solo anno di pena e vive all’estero". Lo ha detto Giuseppe Fioroni, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro, ad Uno Mattina su Rai1. "Il prezzo che l’Ialia sta pagando per non conoscere la verità non ce lo possiamo più permettere", ha detto Fioroni in trasmissione dove è intervenuto anche Giovanni Ricci, figlio di Domenico, autista di Moro.

Il presidente della Dc si sarebbe potuto salvare? "Uno spiraglio si aprì - ha spiegato Fioroni - un canale di ritorno c’era ma a un certo punto si interrompe e si crea una reazione delle Br che si sentono non più disposte al dialogo, una grazia che non arriva alle br e questo potrebbe aver accelerato il tutto. La commissione sta lavorando per avere certezze sul nostro passato".

Ricci ha sottolineato che "i familiari dei caduti di via Fani non vogliono vendetta ma verità. Stiamo cercando, tramite il nostro avvocato, di portare avanti una proposta di legge in cui chiederemo di aprire un tavolo per avere verità, non risarcimenti".

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