"Troppi medici sbagliano ancora le cure". Ecco cosa non va

Dopo due anni di pandemia, alcuni medici di base curano i pazienti con trattamenti assolutamente inadeguati per il Covid-19. La denuncia dell'infettivologo dello Spallanzani

"Troppi medici sbagliano ancora le cure". Ecco cosa non va

A due anni esatti dall'inizio della pandemia da Covid-19 in Italia, la situazione è notevolmente cambiata grazie ai vaccini e alle cure parallele che si possono utilizzare: abbiamo farmaci ad hoc, la variante Omicron è meno preoccupante ma soprattutto una linea guida del Ministero della Salute per le cure domiciliari. Nonostante questo, alcuni medici di base probabilmente fanno di testa loro.

Prescritti farmaci inutili

È questa la "denuncia" di una problematica tutt'ora esistente in Italia secondo le parole del professor Emanuele Nicastri, direttore della Divisione di Malattie Infettive ad Elevata Intensità di cura dell'Istituto Spallanzani di Roma. "Ad alcuni medici di base che continuano a prescrivere ancora farmaci che si sono dimostrati dannosi dico: per favore, non lo fate. Lo scriva a caratteri cubitali", ha affermato al giornalista del Messaggero che lo ha intervistato. Ricordiamo che, prima ancora di Codogno, allo Spallanzani è iniziato tutto con i due coniugi cinesi ricoverati il 29 gennaio 2020 a causa del Sars-Cov-2. Sono passati due anni, il nemico si conosce ma alcuni camici bianchi non hanno ancora imparato a utilizzare i farmaci corretti per combattere la malattia.

"Iniziammo così a usare il farmaco antivirale Remdesivir, che tutt'ora usiamo. Poi utilizzammo il cortisone - spiega l'infettivologo - Quella vicenda ci ha dato un modello. Nelle settimane successive prendemmo cin considerazione anche altri farmaci, che però poi abbiamo accantonato perché abbiamo capito che, per l'evidenza scientifica, andavano abbandonati". A tal proposito, nelle ultime ore si è fatto sentire anche il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, attaccando chi pensava che l'ivermectina fosse utile a curare il Covid allegando l'ennesimo studio che ne prova la totale inefficacia. Nicastri, al Messaggero, se possibile rincara la dose sottolineando come la capacità di essere critici, tra i medici di base, a volte viene meno ancora oggi. "Vedo utilizzare farmaci che non sono efficaci come l'idrossiclorochina".

L'uso deglli antibiotici

Altra follia per curare il Covid è l'uso di antibiotici, utili soltanto per i batteri. Ecco perchè l'azitromicina "non va prescritto per una infezione che è virale, lo scriva anche questo a caratteri cubitali. Così come non serve a nulla usare cortisone a domicilio, perché si peggiora la prognosi", afferma il prof. Nicastri. Non va dato il cortisone perché abbassa le difese immunitarie creando "un'autostrada" per il virus e abbassando del 95% la possibilità di produrre gli anticorpi che spesso e volentieri vincono la malattia. Quand'é che, quindi, il cortisone può essere utilizzato? "Solo quando il paziente inizia ad avere una insufficienza respiratoria e va ricoverato", sottolinea. Oggi, la situazione è senz'altro più rosea: come abbiamo visto sul Giornale.it c'è il Paxlovid, farmaco della Pfizer utile nelle prime fasi della malattia. Accanto a questo esistono anche antivirali per via endovenosa e monoclonali di ultima generazione.

Cosa dire ai no vax

Infine, l'infettivologo dedica un pensiero a chi ha deciso di non vaccinarsi, "scelta che non condivido in alcun modo", sottolinea, suggerendo però di non affidarsi a cure domiciliari "contraffatte che non hanno supporto basato sull'evidenza scientifica. Non abbiate diffidenza della classe medica, noi accogliamo chiunque. Anche coloro che non hanno fatto un vaccino. Non condivido la vostra scelta, ma noi medici sappiamo come curarvi".

Non è mai troppo tardi per vaccinarsi, comunque: è l'appello di Nicastri che ribadisce come siano i più esposti in caso di malattia e di avere fiducia nella classe medica sin dalle primissime fasi della malattia per evitare, così, un'evoluzione peggiore.

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