Da ormai diverso tempo in tanti cadono nelle truffe online. Le chat e i servizi di messaggistica si prestano al passaparola moderno. Tra le truffe maggiormente frequenti di quest'ultimo periodo, che si moltiplicano soprattutto durante il weekend. Il funzionamento è molto semplice: sui telefoni tramite Whatsapp vengono inviate le catene in cui si invitano le persone a cliccare su un link per vincere fantomatici premi. È il più classico dei pishing, ossia degli abboccamenti che vengono proposti a ignari utenti che, attratti dall'idea di riscuotere un premio, si lasciano fregare e comunicano il numero di carta di credito, che viene successivamente svuotata. In queste ore girano con frequenza messaggi di truffa che utilizzano i marchi di Amazon e dell'Esselunga, brand facilmente riconoscibili e con elevata credibilità.
L'inganno si nasconde dietro fantomatici giochi a premi, durante i quali gli utenti vengono invitati a cliccare sui pacchi dono che appaiono sugli schermi. A ogni nuova partita ci sono tre tentativi a disposizione di chi gioca e come premio viene messo in palio un buono acquisti o un buono omaggio. Chiunque, ma proprio tutti, quelli che partecipano al gioco vincono. Magari al primo o forse al terzo tentativo, ma non c'è volta in cui un utente non arrivi a "sbancare". E al quel punto la truffa viene perfezionata. Il premio dev'essere riscosso in qualche modo e quindi viene richiesto di fornire i dati della carta di credito, sulla quale viene promesso che verrà effettuato il versamento della somma del buono Esselunga, Amazon o di qualunque altro grande negozio.
Ma perché mai grandi aziende come queste dovrebbero organizzare giochi a premi che si effettuano tramite link inviati su Whatsapp? Le motivazioni sono tra le più disparate, ma quella più frequente è senz'altro la celebrazione di un anniversario. A volte, invece, si millanta una presunta lotteria di scontrini a estrazione, altre un sorteggio a sorte tra gli utenti che hanno effettuato acquisti di recente. Le scuse per cercare di imbrogliare gli utenti non mancano mai. Ovviamente, tutti i brand coinvolti che non hanno fornito l'autorizzazione all'utilizzo del loro nome corrono ai ripari per mettere in guardia i loro clienti. Lo ha fatto Esselunga di recente tramite un messaggio comparso sul suo sito web ma lo hanno fatto anche tante altre catene di negozi molto noti presenti sul territorio internazionale.
Il consiglio è sempre quello di non fornire mai i propri dati anagrafici o degli strumenti di pagamento se non si ha la certezza che si tratti di un'operazione sicura. In caso di dubbio è meglio contattare l'assistenza clienti e informarsi su eventuali iniziative.
Nel caso in cui i dati siano stati già forniti, l'unica cosa da fare è contattare immediatamente le forze dell'ordine e procedere con la denuncia contro ignoti il blocco immediato delle carte elettroniche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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