Basta un semplice cavillo burocratico ed un pluripregiudicato tunisino di 18 anni, senzatetto e spacciatore di droga può continuare ad essere libero di muoversi e delinquere per le strade di Mestre e Marghera, nonostante dei precedenti più che sufficienti per garantirgli da tempo un rapido rimpatrio.
Tutto per colpa di una comune visita sanitaria mancata nel momento giusto ed opportuno per poter procedere con l'iter dell'espulsione.
Il primo conclamato episodio di violenza del pusher si è verificato durante lo scorso mercoledì 20 novembre, quando aveva minacciato e pestato un minorenne alla stazione di Mestre per rubargli 20 euro. "Ti taglio la gola", intimò al 16enne sfoderando un coltello dalla tasca per mostrargli che faceva sul serio. Terrorizzato, e con una lama puntata alla gola, il giovane decise di collaborare col malvivente consegnandogli i pochi soldi che aveva addosso, cosa che non gli risparmiò comunque la successiva aggressione.
Il nordafricano, infatti, lo pestò senza pietà colpendolo ripetutamente con dei forti calci prima di allontanarsi dal posto. Il 16enne italiano chiese aiuto agli uomini della polfer, che intercettarono il magrebino in stazione e lo condussero nei loro uffici.
Durante le operazioni di identificazione, in preda alla furia, il tunisino distrusse una porta e danneggiò il mobilio, prima di essere affidato alle cure degli uomini della questura di Venezia. Neppure questo servì per placare il nordafricano, che proseguì con le sue intemperanze, aggredendo due poliziotti e minacciandoli esplicitamente: "Vi rubo le pistole e vi sparo come ha fatto il colombiano di Trieste". Dopo tutto quanto fatto, arrivò per lui una condanna a 1 anno di reclusione con riduzione della pena, che si trasformò in un semplice divieto di dimora nel comune.
Una misura cautelare che resta comunque ignorata, dato che lo stesso 18enne rimane tranquillamente a Venezia e continua a delinquere. Dopo soli quattro giorni, infatti viene segnalato per una rissa con un altro pusher, interrotta da alcuni agenti della polizia locale. Aggrediti dal magrebino, due di essi finiscono in pronto soccorso, mentre il responsabile si fa solo due giorni di carcere. Il giudice lo condanna, ne dispone la scarcerazione e l'immediata espulsione.
E qui arrivano i problemi, come denunciato dal comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini. Dopo la decisione, la questura prepara la documentazione necessaria per l'allontanamento e la polizia locale si occupa di accompagnare il malvivente a destinazione. Secondo quanto previsto dalla legge, tuttavia, prima di finire nel Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) lo straniero si sarebbe dovuto sottoporre a regolare visita sanitaria. Ma il medico legale non c'è, e basta questo a far saltare tutto.
"Non lo può fare il medico del carcere, non essendo detenuto, nè il medico della polizia, non lo può fare il pronto soccorso. Serve un medico legale che è disponibile solo l’indomani mattina", racconta il comandante come riportato da "Il corriere del Veneto". E nel frattempo gli agenti non avevano l'autorizzazione per trattenere il tunisino al comando, per il rischio di poter essere inquisiti per sequestro di persona. Oltre a ciò si aggiunga che il Cpr effettua operazioni di ingresso solo dalle 8 alle 20: l'ora tarda spinge dunque gli agenti a lasciar andare il malvivente.
"Frustrante, ma è la legge", denuncia Agostini. "Risultato? Al 18enne viene notificata l’espulsione con ordine di lasciare il Paese entro sette giorni.
Per il momento circola libero per le nostre strade e chissà se non reitererà il proprio comportamento violento. Questo cittadino straniero compie le sue malefatte in una città che sta pagando un prezzo altissimo proprio a causa degli spacciatori", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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