Il turbamento di Ratzinger: ecco come si difende

Joseph Ratzinger presenta una memoria difensiva di 82 pagine. Il Papa emerito non è disposto a far passare notizie che ritiene propagandistiche sul fatto di aver coperto alcuni abusi nella sua diocesi

Il turbamento di Ratzinger: ecco come si difende
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Joseph Ratzinger ha reagito all'attacco subito. In relazione al dossier sugli abusi avvenuti nell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga - il rapporto stilato da un gruppo di legali su input della Chiesa tedesca -, l'ex pontefice ha presentato una memoria difensiva di quasi novanta pagine.

Il dossier dei legali Westpfal, Spliker e Wastl sostiene che il teologo bavarese, ai tempi dell'arcivescovato, si sia reso artefice di "comportamenti non corretti" su quattro casi di abuso. Ratzinger, che è stato arcivescovo di Monaco-Frisinga dal 1977 al 1981, avrebbe "negato" o "minimazzato" quegli episodi.

Le cronache, in questi giorni, hanno per lo più posto accenti sul fatto che il Vaticano, con il Papa regnante in testa, non abbia difeso o non abbia difeso a sufficienza l'ex Santo Padre. Tra chi sostiene che si debba aspettare, come sarebbe proprio del garantismo, e chi invece sottolinea come l'attacco provenga dalla Germania, la terra d'origine dell'emerito in cui esistono profonde sacche di anti-ratzingerismo, conviene soffermarsi sulla replica che l'ex pontefice ha presentato al rapporto proveniente dalla terra teutonica.

L'espressione chiave che Ratzinger ha scelto per definire il tutto è la seguente: "Pura propaganda". In premessa di risposta, l'ex pontefice ha espresso il suo più profondo "turbamento" e la "vergogna" per l'entità ed i contenuti del rapporto. Benedetto XVI - vale la pena ricordarlo - è stato, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, il fautore dell'inasprimento normativo riguardante i casi di abusi ai danni di minori e di adulti vulnerabili all'interno degli ambienti ecclesiastici. E una volta eletto al soglio di Pietro, è stato il fautore della linea della cosiddetta "tolleranza zero", facendo peraltro registrare un record in merito al numero dei consacrati "spretati" per pedofilia nel corso di un pontificato. Anche per questo, forse, il rapporto balzato agli onori delle cronache tende a fare un fragoroso rumore.

Un passaggio cruciale della difesa ratzingeriana verte sulla natura strumentale delle accuse. Per l'ex Santo Padre, il rapporto testimonia "un notevole grado di parzialità da parte degli esperti che hanno abbandonato il loro ruolo di neutralità e obiettività e sono scesi al livello di valutazione soggettiva, se non addirittura propaganda e di pura speculazione, si sono squalificati", così come ripercorso da Il Corriere della Sera. Benedetto XVI, che viene chiamato in causa con l'accusa di essere stato consapevole della possibile condanna di un sacerdote di sua conoscenza, il cosiddetto caso numero 22, smentisce di netto la prossimità che invece Westpfal, Spliker e Wastl gli attribuiscono. E su questa scia prosegue tutta la memoria difensiva.

Il team di avvocati, tuttavia, non pare disposto ad assecondare le argomentazioni dell'ex pontefice. Tra i quattro casi, ce n'è almeno uno su cui i legali hanno insistito, quello che viene definito "caso X". In estrema sintesi, il rapporto ha accusato Ratzinger di aver avallato l'incarico nell'arcidiocesi di un sacerdote nei confronti del quale erano già state avanzate accuse di pedofilia. L'emerito, dal canto suo, aveva sostenuto di "di essere stato assente alla seduta ordinaria del 15 gennaio 1980, dove si decise di prendere nell'arcidiocesi di Monaco un prete già accusato di abusi". Ma il verbale della seduta - hanno affermato i legali - confermerebbe la presenza di Benedetto XVI a quell'incontro decisionale.

La vicenda è destinata a perdurare nel tempo. Monsignor Georg Gaenswein, segretario personale di Benedetto XVI, ha avuto modo di spiegare come Ratzinger intenda procedere: "Nei prossimi giorni esaminerà con la necessaria attenzione il testo.

Il papa emerito, come ha già più volte ripetuto durante gli anni del suo pontificato, esprime il turbamento e la vergogna per gli abusi sui minori commessi dai chierici, e manifesta la sua personale vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, alcune delle quali ha incontrato in occasione dei suoi viaggi apostolici", ha detto il vescovo tedesco, così come rimarcato da Ansa.

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