Tutte le bugie di Emergency sull'immigrazione

Teresa Mannino, comica di professione, si è messa addosso una maglietta di Emergency per spiegarci com’è che funziona l'accoglienza. Ma siamo sicuri che ha ragione lei?

Tutte le bugie di Emergency sull'immigrazione

“Sono troppi, l’Italia non ce la fa più”. Una verità gridata che, adesso, non fa più scandalo. Forse perché quando a pensarla così si è in troppi c’è sempre qualcuno che soffia sul fuoco del populismo. Snocciolando quei pregiudizi piccolo borghesi che offuscano le menti della gente incapace di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. Così Teresa Mannino, comica di professione, si è messa addosso una maglietta di Emergency per spiegarci com’è che funziona il mondo. Destinatari della lezione di buonismo sono soprattutto studenti ed insegnanti delle scuole superiori. Noi, punto per punto, abbiamo provato a risponderle.

Migranti e smatphone. Quei costosissimi “gingilli tecnologici” sono davvero l’unico modo che gli immigrati hanno per restare in contatto con casa? A sentire la Mannino sì, ma a noi risulta che viene fornito un kit di tre schede telefoniche da cinque euro l’una che vengono rimpiazzate da un’altra dello stesso valore ogni dieci giorni.

Migranti ed invasione. No, no l’Italia non è invasa. Non si capisce proprio perché, nei giorni scorsi, qualcuno ha pensato persino di ricorrere all’extrema ratio della chiusura dei nostri porti. E poi in Europa cosa si affannano a darci soldi a fare? Eppure, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno, dal 1 gennaio al 10 luglio 2017, sono 85.200 i migranti sbarcati nel Belpaese. Con un aumento del 9.61% rispetto all’anno precedente. Di questi solo 7.396 sono stati ricollocati in altri Stati membri.

Migranti e business. “Ogni giorno – sostengono i populisti – prendono 35 euro senza lavorare” . Di lavoro, si sa, nelle strutture di accoglienza non se ne partica in grandi quantità. Non è colpa dei migranti ma è un dato di fatto. Tanto che i giovani ospiti spesso ciondolano da un marciapiede all’altro mentre i più volenterosi sembra si siano rimboccati, più o meno spontaneamente le maniche, per dedicarsi – ramazze alla mano – alla pulizia dei quartieri italiani. Sappiamo perfettamente, come ci ricorda la “maestrina di Emergency”, che a loro va solo una piccola percentuale di quello che si mettono in tasca le cooperative rosse e bianche che si dedicano alla filantropia. E ci mancherebbe. Così come sappiamo bene che l’accoglienza è diventata un affare, come diceva il signor Buzzi di Mafia Capitale. Ed anche questo è un problema.

Migranti e malattie. Provengono da aree del mondo in cui alcune malattie sono endemiche ma, tranquilli, al momento dello sbarco vengono immediatamente visitati e curati. Di avviso diverso rispetto alla testimonial di Emergency è un operatore del settore. “Gli accertamenti sanitari sono minimali – ci ha rivelato – perché è impossibile fare uno screening accurato di masse continue di persone”. Non a caso, infatti, chi opera a contatto con loro viene sottoposto ai test anti tubercolari e deve indossare i dispositivi di protezione individuale quali guanti in lattice, mascherine ed occhiali.

Migranti e cittadini. Aiutare gli immigrati non penalizza gli italiani. Basterebbe consultare le graduatorie per le casi popolari, ad esempio, per porre alla signora Mannino una domanda. Come mai vengono assegnati dei punti ad hoc per la condizione di richiedente asilo che spesso fanno la differenza per ottenere l’alloggio popolare?

Migranti e Piddì. “Aiutiamoli a casa loro”. Questa proprio non è andata giù ai professionisti dell’accoglienza. Forse proprio perché, adesso, lo dice anche uno degli ex testimonial politici della filosofia no-border: Matteo Renzi. Ma se è vero che i migranti sono costretti a lasciare le loro case – come sentiamo spesso ripetere – allora promuovere la stabilità e l’economia dei paesi di origine non sarebbe forse il miglior servizio che possiamo offrirgli? Ma per la Mannino è giusto così. Dobbiamo scontare le conseguenze del becero sfruttamento coloniale di cui si macchiò anche il nostro Paese. Siamo sicuri però che, almeno per l’Italia, le cose non andarono diversamente? Come ebbe a dire un inglese di ritorno dall’Abissinia nel 1936: “L’idea di lavorare invece che starsene sdraiati a oziare come padroni, tutto questo era estraneo ai pensieri inglesi, e invece è il principio che sta alla base dell’occupazione italiana“.

Migranti e terrorismo. I terroristi non viaggiano sui barconi. Ne è sicura l’attrice che, però, ancora non ci ha spiegato se vengono volando su lussuosi aerei di linea oppure atterrano con navicelle aerospaziali. Di avviso diverso, infatti, è l’Europol. Secondo un allarme lanciato a gennaio scorso dall’agenzia europea, sarebbero 34mila i migranti già sbarcati in Europa – provenienti da Africa, Siria, Pakistan e Afghanistan – legati all’estremismo islamico. Possibile che a “casa Emergency” si siano dimeticati di Anis Amri, l’attentatore di Berlino arrivato in Sicilia a bordo di un barcone? Oppure di Osman Matammud, trafficante e torturatore somalo arrestato alla stazione Centrale di Milano dopo essere stato riconosciuto da alcune sue ex vittime?

Arriviamo così allo stereotipo conclusivo, il numero otto.

E stavolta, con grande sorpresa, la Mannino – siciliana doc – si trova d’accordo. Volete sapere qual è? “I siciliani parlano solo di mangiare”. Ma allora, Teresa, perché la prossima volta non ci dispensi pillole di cucina?

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