Sentiva spesso frasi minatorie e lei aveva provato più volte a liberarsi di quel marito violento denunciandolo ai carabinieri. Alla fine, però, se ne pentiva sempre. Ritornava per ritirare le querele e andava a casa proprio con lui, Alexandru Dimitrova, 35 anni, l'uomo che l'ha uccisa. Lilia Patranel di 41 anni è stata trovata dai carabinieri in una pozza di sangue. Accanto al suo corpo inerme l'arma del delitto: un coltello.
La ricostruzione
Pare che intorno a mezzanotte, di venerdì 23, ci sia stata una lite prima del delitto, l'ennesima. I fatti sono accaduti nella loro casa, in un condominio di otto appartamenti a Spinea in provincia di Venezia, in zona Graspo d'Uva. Lì era presente anche il figlio della coppia di 4 anni che si trovava nella sua stanza. All'improvviso il silenzio era sceso tra quelle quattro mura. Mentre il bambino si addormentava nel suo letto, nell'altra stanza la madre moriva per le ferite provocate da un grosso coltello.
Passati pochi minuti Dimitrova si era diretto nella camera del figlio sedendosi accanto a quel corpicino e avrebbe aspettato le 5 del mattino per chiamare il 112, dichiarando quello che aveva fatto. I carabinieri sono arrivati immediatamente sul posto ed entrando nell'abitazione si sono ritrovati di fronte a quello scempio. L'uomo è stato portato in caserma ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Lilia Patranel, secondo i vicini di casa, era una collaboratrice domestica attenta nel suo mestiere e come madre. Aveva doppio passaporto moldavo e romeno.
Qualcuno dice che si era accorto di alcuni lividi, altri invece sostengono che i rapporti in famiglia sembravano pacifici e tranquilli. Anche dell'omicidio nessuno si è accorto di nulla. Lilia però è l'ennesima vittima la cui sofferenza e morte sono passate in sordina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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