“La società registra al suo interno la presenza crescente di unioni di segno diverso” e “lo Stato ha il dovere di dare risposte a tutti”, ma il ddl Cirinnà rappresenta “un testo che è la somma di più egoismi” e che presenta un “velo di ipocrisia” sulle questioni più scottanti, come la stepchild adoption e l’equiparazione al matrimonio: così monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, è intervenuto oggi, con un’intervista al Corriere della Sera, nel dibattito sulle unioni civili, mentre si avvicina il rush finale del ddl Cirinnà in Senato.
“Nessuno auspica una legge che , per garantire i diritti dei singoli e per rispondere a situazioni reali, rischia di stravolgere la realtà”, questa è, dunque, la posizione dei vescovi, espressa dal segretario della Conferenza episcopale, che è stato decisamente critico sul testo del disegno di legge che porta il nome della senatrice Pd, il quale secondo monsignor Galantino sarebbe costruito per tenere insieme le posizioni dei vari “gruppi di pressione in campo”, senza prendere in considerazione, in particolare sul punto della stepchild adoption, ad esempio, l’interesse dei bambini, che sono i veri protagonisti dell’art.5 del ddl. Sulla stepchild adoption e sulla “possibilità non troppo remota”, come la definisce il monsignore, della legittimazione dell’utero in affitto come effetto collaterale della prima, Galantino accusa la proposta di legge di avere un punto di vista “adultocentrico”, che sfocia nell'eugenetica relativamente all'utero in affitto, e definisce ipocrita anche la volontà presente nel ddl di equiparare le unioni tra persone omosessuali al matrimonio.
Infine, auspicando che politici e società civile prendano tutte le iniziative del caso per “evitare soluzioni pasticciate o fughe in avanti fatti passare per conquiste civili”, e ribadendo l’appoggio ad iniziative in questo senso, monsignor Galantino ha ribadito però che non ci saranno i vescovi a “pilotare” iniziative come il Family Day.
Parole, quelle di Galantino, apprezzate da quasi tutte le forze politiche. E sull’onda delle quali sembra stia crescendo in Parlamento l’ipotesi trasversale di uno stralcio del punto sulla stepchild adoption dal ddl. Anche di questo, infatti, si potrebbe discutere stasera nell’incontro previsto tra i 30 senatori cattolici del Pd, in cui i Cattodem metteranno a punto delle proposte di emendamento al ddl Cirinnà tra cui dovrebbero esserci l’eliminazione dei riferimenti al matrimonio, da sostituirsi con un richiamo alla definizione di “formazioni sociali” e, se non l’eliminazione, una modifica sostanziale dell’art. 5 sulla stepchild.
Nel centro destra invece sembra possibile un ricompattamento contro Renzi, con Berlusconi che, sebbene avesse ribadito nei giorni scorsi come la linea di FI sarebbe stata quella della libertà di coscienza, ora sembra che dopo l’incontro di ieri con i capigruppo Brunetta e Romani, possa decidere per una sterzata più netta verso il no all’equiparazione con il matrimonio e alle adozioni, pur lasciando libertà di voto agli azzurri. Renzi invece, è deciso ad affidarsi al voto in Parlamento per risolvere il nodo della stepchild.
La società civile, poi, continua a mobilitarsi. Il Family Day si farà. Anche se ancora non è stata ufficializzata la data del 30 gennaio, la conferma su ora e luogo del meeting pro-family dovrebbe arrivare ad ore. E in centinaia i giuristi tra magistrati, avvocati, docenti universitari di materie giuridiche e notai, che hanno raccolto in queste ore l’appello del Centro studi Livatino a firmare un documento contro il ddl sulle unioni civili. Sul ddl Cirinnà, sono state infatti molte le critiche sollevate anche dal punto di vista della legittimità costituzionale.
Un nuovo invito a scendere in piazza a difesa della famiglia tradizionale è arrivato oggi dal deputato di Area popolare (Ncd- Udc), Paola Binetti, che in una nota ha rilanciato le parole di Galantino sulla “battaglia” per una soluzione “non pasticciata” su un tema così delicato come quello della famiglia e dei minori.
"La legge sulle unioni civili per le persone omosessuali non può trasformarsi nè in una legge sul matrimonio omosessuale, nè in una legge per garantire figli alle persone omosessuali", ha scritto la deputata in una nota.Proprio le famiglie rainbow, invece, si mobiliteranno in favore dell’approvazione del ddl il prossimo 23 gennaio in oltre 40 città italiane, ha fatto sapere l’Arcigay.
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