Gli "Universitari per la vita" hanno comunicato di essere stati aggrediti, nel corso della giornata di ieri, alla Sapienza di Roma, presso l'entrata del dipartimento di Lettere, durante un volantinaggio destinato alla sensibilizzazione del coscienze sul tema dell'aborto.
La polemica è divampata sui social dove il coordinamento universitario "Link" dello stesso ateneo ha commentato l'iniziativa - aperitivo organizzata dagli attivisti pro vita attraverso un post su Facebook, dal titolo più che esplicativo: "Fuori i pro life dall'università!".
Bisogna sottolineare come non si conoscano i nomi dei responsabili della presunta aggressione. Non è noto neppure se appartengano o meno a qualche sigla movimentistica. I pro life, nella nota stampa diramata, narrano di una "ventina di persone", che "si sono avvicinate al tavolino" e "che hanno cominciato a strappare i nostri volantini, i nostri opuscoli e a sperperare le vivande che avevano portato per condividerle con gli altri".
Quelli di Link hanno voluto evidenziare, tra i vari punti toccati, di ritenere "inammissibile fare propaganda in università su un tema come quello dell'aborto, attraverso l'uso del terrorismo psicologico, senza tenere in considerazione la sensibilità di tutte le donne che attraversano quotidianamente il nostro ateneo e che potrebbero aver vissuto in prima persona esperienze forti legate al tema". Insomma: la sinistra studentesca è contraria alla stessa diffusione nell' università romana di certe istanze, ma non è affatto detto che i militanti della sigla appena citata abbiano preso parte all'episodio raccontato dagli "Universitari per la vita".
Il sito dell'Unione cristiani cattolici razionali parla, invece, di una vera e propria "rivendicazione": "Il coordinamento studentesco Link - si legge - ha rivendicato l’aggressione e invita a cacciare chi manifesta idee legate alla salvaguardia della vita nascente. Dieci anni dopo l’intolleranza verso Benedetto XVI".
Certo è che questo genere di aggressione tende a fare meno notizia rispetto ad altre. Non ci sembra di ricordare casi in cui gli attivisti pro life hanno aggredito i collettivi durante una manifestazione tesa a propaganda la bontà di liberalizzare le droghe leggere, impedendo la promozione di una campagna. Giusto per fare un esempio. Chiara Chiessi, la responsabile del movimento che ha cercato di distribuire materiale agli studenti, ci ha dichiarato che quanto accaduto alla Sapienza rappresenta un atto ignobile nei confronti dei ragazzi che, con regolare permesso, erano semplicemente intenti a svolgere un'attività pacifica in difesa della vita. "Che questo episodio - ha concluso Chiessi - possa farci comprendere l'importanza di attivarsi sempre di più in difesa dei più innocenti della nostra società".
Papa Francesco, nell'udienza generale di oggi, ha sostenuto una tesi che non si dovrebbe discostare molto da quella degli Universitari per la Vita: l'aborto terapeutico sarebbe paragonabile all'affitto di un sicario. Tempo fa aveva detto che l'aborto è "quello che fa la mafia".
Bergoglio, almeno per ora, non è mai stato invitato all'inaugurazione di un anno accademico, ma una domanda, a questo punto, sembra divenire lecita ed è più o meno la stessa posta dall' Uccr, che di certo non è ascrivibile all'insieme degli "oscurantisti": i collettivi, in caso, si schiererebbero anche contro la presenza del pontefice argentino?Esistono, poi, tanti antiabortisti laici e tema in questione attiene alla libertà di pensiero. Magari qualcuno se l'è dimenticato.
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