“Ricaricare le batterie” non sempre significa “rigenerarsi”. Chiedete a un cinquantenne di Este (in provincia di Padova), che per colpa di un paio di pile ci ha rimesso la pelle. Undici anni fa, acquistò alcune batterie da inserire nella radio che avrebbe poi ascoltato in ferie, sulle coste della Croazia. Una notte, dalla radiolina appoggiata sul comodino fuoriuscì un liquido unto che si sparse sul letto dove stava dormendo l’uomo, ritrovatosi la mattina seguente con la pelle ustionata. Il padovano conservò le batterie e si rivolse a un avvocato. I difensori del marchio di generatori sostenevano che le pile non erano state inserite nella maniera corretta, salvo poi essere smentiti dal consulente del giudice civile che ha dimostrato come anche un’inversione di polarità non avrebbe portato ad alcuna spaccatura delle stesse, né tantomeno all’emissione della sostanza incriminata.
Morale della favola, il magistrato ha dato ragione alla vittima: la batteria era difettosa e l’uomo si è visto risarcire le spese mediche, quelle legali, più 8.723 euro di danno fisico e 10mila per le vacanze rovinate dall'infortunio. Insomma, la pelle va protetta non solo dal sole, ma anche dalle pile roventi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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