Il web e i social network sono fonte di rischi e di opportunità, anche nell’ambito della tutela della salute. Durante la pandemia, molte patologie sono state trascurate e tra queste ci sono senz’altro i disturbi alimentari. In Italia ne soffrono circa tre milioni di persone e, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di adolescenti. L’incidenza della bulimia nervosa è in crescita, soprattutto tra le ragazze e la fascia di età per l’esordio di anoressia e bulimia è 15-19 anni, con una tendenza negli ultimi anni a un esordio sempre più precoce. Chi è affetto da quelle malattie tende a non chiedere aiuto o a chiederlo molto tardi, quando i disturbi dell’alimentazione hanno già prodotto danni incalcolabili all’organismo, anche perché nel frattempo si sono cronicizzati. Con l’avvento della Rete la sfida a queste patologie si pone in termini nuovi.
Il ruolo dei media, anche on-line
L’impennata dei disturbi alimentari è correlata all’avvento dei mass media e della società dell’informazione, perché le ragazze, sempre più esposte a programmi televisivi su aspetti estetici e perfezione corporale, hanno sviluppato nel tempo un crescente desiderio di modificare e rimodellare il proprio corpo, in funzione di un obiettivo ossessivo: la magrezza. Questi video si sono poi diffusi anche attraverso i social network, basati su interattività, immediatezza, partecipazione attiva, iperconnessione. E’ cresciuta, quindi, la pressione sociale, anche attraverso Facebook, Instagram e altre piattaforme, per spingere le persone ad essere magre e a perdere peso. I comportamenti di imitazione indotti dalla viralità di certi contenuti che viaggiano sui social sono spesso incontrollabili.
Il lato positivo dei social
Ma i social possono diventare veicolo di racconti positivi sulla guarigione di persone affette da questi disturbi e che riescono a uscirne, anche grazie alla vicinanza virtuale di altre persone che ce l’hanno fatta. Molte associazioni hanno creato pagine Facebook e profili Instagram per realizzare campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani. Le foto più ricorrenti sono di cibi. Ad esempio, molti anoressici o bulimici accettano di esporsi e di pubblicare foto del “prima” e di “ora”, per documentare i successi e trasmettere ad altri la consapevolezza che da quel tunnel è possibile uscire.
Tra le realtà molto attive su questo fronte c’è “Nutrimente Onlus”, associazione che divulga i suoi progetti di sensibilizzazione attraverso la sua pagina Facebook e il suo profilo Instagram (entrambi si chiamano nutrimente.ass). Il progetto #guarireé consiste nel farsi una foto con un foglio bianco con su scritto che significato ha la guarigione.
Lo scopo è spostare l’attenzione dalla malattia alla guarigione, perché #guarireé possibile. A questa campagna hanno partecipato non solo le persone che soffrono di disturbi alimentari, ma anche famigliari e altri soggetti ad esse legati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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