"Il prossimo giubileo è aperto ai seguaci dell’Islam". Lo afferma il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin. Quindi, conferma il porporato in un’intervista al quotidiano cattolico francese La Croix, nessun passo indietro, anzi si tratta di un’iniziativa "opportuna perchè è quanto mai necessaria una offensiva della misericordia". "Quel che è successo in Francia illustra, in modo più evidente ancora, che nessuno puo considerarsi escluso dal terrorismo. Il Vaticano può essere un bersaglio a causa del suo significato religioso. Si può aumentare il livello delle misure di sicurezza in Vaticano e nei dintorni. Ma non ci si farà paralizzare dalla paura. Ciò non cambia dunque nulla dell’agenda del Papa, che continuerà".
Secondo Parolin, "come ha detto il Papa, non c’è giustificazione per quel che accade. Ci vorrà tempo per riprendersi da uno choc così terribile. Sono colpito - confida il segretario di Stato in un’intervista a La Croix - dalla forza di reazione delle autorità in
Francia. Osservo nella popolazione un volontà di continuare la vita laddove i terroristi hanno cercato di interromperla e schiacciarla". "In reazione - spiega il porporato - serve una mobilitazione generale, della Francia, dell’Europa e del mondo intero. Una mobilitazione di tutti i mezzi di sicurezza, delle forze di polizia e di informazione, per sradicare questo male del terrorismo. Ma anche una mobilitazione che schieri tutte le risorse spirituale per dare una risposta positiva al male. Ciò passa dall’educazione al rifiuto dell’odio. Dalle risposte ai giovani che partono per la jihad.
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