Finito sotto inchiesta il coro della Cappella Sistina, che sarà messo sotto indagine dopo l’approvazione odierna da parte del Vaticano.
Già dallo scorso mese di luglio si vociferava sulla possibilità che venissero effettuati degli accertamenti in merito alla gestione del denaro del prestigioso gruppo di coristi, ma a quel tempo ogni voce era stata smentita dallo stesso entourage del papa. Ben lungi, tuttavia, dal finire nel cosiddetto “dimenticatoio”, il caso è rimasto scottante ed alla fine ha comportato l’autorizzazione a procedere di papa Francesco.
Il direttore del Coro, monsignor Massimo Palombella, ed il direttore amministrativo Michelangelo Nardella sono in realtà già finiti nel mirino dei magistrati della Città del Vaticano, per motivi legati a non chiare vicende finanziarie. Gli inquirenti stanno indagando sui movimenti sospetti del denaro incassato con le attività del Coro. Questo sarebbe infatti stato dirottato in una banca italiana,ben lungi dai controlli delle autorità pontificie. Le ipotesi di reato emerse in seguito alle prime verifiche sono riciclaggio, truffa aggravata ai danni dello stato e peculato.
Sempre nello scorso luglio, quando sono emersi i primi elementi utili alle indagini, Nardella era stato sospeso dal suo incarico a causa del riutilizzo di un documento papale in un evento ufficiale senza aver ricevuto, tuttavia, alcuna autorizzazione in merito. Frattanto la tournèe statunitense del Coro, prevista per lo stesso mese, era stata precauzionalmente annullata, proprio per consentire lo sviluppo di un’investigazione interna. Il sospetto è che il denaro ricavato dalle esibizioni dei ragazzi fosse stato fatto confluire in un conto corrente bancario creato ad hoc e destinato ad un uso personale.
Il direttore
Palombella, come riportato da “Il Mattino”, si è detto sereno per quanto riguarda le indagini in corso. “Mi rimetto alla nota ufficiale del Vaticano. Sono sereno. Il mio ruolo alla Sistina non è quello amministrativo”.
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