"In Veneto, zero contagi". A dare la notizia è il virologo Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell'università di Padova, e consulente per l'emergenza sanitaria di Luca Zaia, che rompe la suspance di questi giorni con un annuncio rincuorante sui dati del trend epidemiologico.
"Questo è il risultato di un lavoro che ha visto in prima linea la Regione, l'Università di Padova e l'Azienda Ospedale di Padova. - commenta con grande soddisfazione il virologo - Il merito va a tutte le persone che hanno lavorato giorno e notte per raggiungere questo risultato, e alla fine l'intuizione di cercare gli asintomatici ha pagato. Il modello Veneto funziona". Uno 'zero' che vale oro dopo lunghe e spasmodiche settimane di attesa: "Lo 'zero' è un bene prezioso da conservare con un comportamento virtuoso. - continua l'esperto -Il mio grazie a tutti quelli che ci hanno creduto, a chi ha rispettato le regole spesso dure delle precauzioni messe in atto per il contenimento dei contagi, confidando che questo importante traguardo non vada perso".
Buone notizie, dunque, dal Veneto. Sembrano già lontani i giorni dell'emergenza sanitaria, allorquando, il 21 febbraio scorso, a Vo'Euganeo si registrava il primo decesso per Coronavirus in Italia. Adriano Trevisan, 78 anni, è stata la prima vittima del Covid-19 mentre, proprio i quei giorni, Codogno diventava 'zona rossa' della Lombardia insieme ad altri 9 comuni del Lodigiano. Ma adesso, per fortuna, il peggio è passato. Il numero dei contagi, nella regione governata da Luca Zaia, si ferma a quota 19.038 i casi positivi con 1841 decessi totali dall'inizio dell'epidemia.
L'ultimo bollettino diffuso dalla Protezione civile, alla data del 21 maggio 2020, fa segnare un netto decremento dei contagi rispetto ai giorni precedenti. In Veneto, gli attualmente positivi sono 3247 (-259) e 13.938 i negativizzati (+240). In isolamento domiciliare sono stati confinati 3210 cittadini (-240). I tamponi effettuati, in totale, 536.798, con un aumento di oltre 12.000 test nell'arco delle 24 ore. Cifre importanti che, se non possono assicurare la salvezza, fanno tirare un sospiro di sollievo dopo settimane di dolorosa apnea.
Uno studio condotto dal professor Crisanti, cui ha collaborato anche l'Imperial College di Londra e uno statistico dell'università di Oxford, ha mostrato non solo l’efficacia delle misure di distanziamento sociale nell’interruzione della catena di trasmissione del contagio, ma anche la necessità di un intervento di tracciamento tempestivo dei casi e dei loro contatti, seguito da eventuale isolamento.
Se l’indice riproduttivo del virus R0, ovvero il numero di individui che ogni positivo infetta, era circa 3 l’ultima settimana di febbraio, in Veneto, è stata registrata una discesa a 0,1 già da marzo. Le misure di contenimento a Vo’ hanno dunque ridotto l’infezione di un valore compreso tra l’89% e il 99%.
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